La popstar di origini messicane racconta la sua esperienza in un editoriale per il "Time"
"Negli anni '70 mia zia attraversò il confine tra Messico e Usa nascosta nel retro di furgone. Poi seguirono i miei nonni e mio padre nacque in Texas poco dopo". Selena Gomez, in un editoriale per il "Time", racconta di come la sua famiglia entrò illegalmente negli Stati Uniti. "L'immigrazione va oltre la politica, è una questione di umanità, riguarda persone vere e distrugge vite reali".
"Nel 1992 sono nata come cittadina americana grazie al coraggio e al sacrificio della mia famiglia. L'immigrazione clandestina è un tema a cui penso ogni giorno. Non dimentico mai quanto sia fortunata ad essere nata in questo Paese, grazie alla mia famiglia e alle circostanze. Quando vedo la rabbia che c'è sui social ho paura per il mio Paese", ha continuato. "Il modo in cui affrontiamo l'immigrazione attesta la nostra umanità, la nostra empatia, la nostra compassione. Il modo in cui trattiamo il nostro prossimo da essere umano definisce chi siamo".
"Non pretendo di essere un'esperta e sono consapevole che servano regole, ma dobbiamo ricordarci che il nostro Paese è stato creato da persone che arrivavano da altri Paesi. Ogni individuo ha una storia complessa, che non può essere ridotta ad uno slogan". Selena Gomez,è anche produttrice di "Living Undocumented", una serie che racconta la vita di otto famiglie di immigrati che vivono negli Stati Uniti e che rischiano di essere deportate