A 10 anni dal primo Festival l'artista torna in gara con un brano cantato in italiano e barese: "Il dialetto per me rappresenta la verità"
© Alessandro Rabboni
A dieci anni dalla prima volta (è stata in gara tra i Giovani), Serena Brancale torna a calcare il palco del Festival di Sanremo 2025 con il brano "Anema e Core". Dieci anni e tanta gavetta dopo, ha conquistato un posto tra i Big, sulla scia di successi diventati virali come "Baccalà" e "La Zia". Il titolo richiama un’espressione tipica napoletana, oltre a essere un omaggio a Pino Daniele che l'artista ha scelto di celebrare: "Nasce dalla voglia di parlare di un carattere che mi rappresenta, l'idea di viverti qualsiasi cosa con lo stesso fuoco e l'idea di dare sempre te stessa. E' un’espressione napoletana che mi rappresenta". Come racconta, "Pino Daniele mi ha dato la voglia di giocare con il mio dialetto. Il titolo è un omaggio ma il brano è in italiano e in dialetto barese". Il brano è cantato in italiano e barese: "Il dialetto per me rappresenta la verità, quando scrivo un brano parto dal barese. E questo brano mi rappresenta perfettamente".
Serena Brancale salì per la prima volta sul palco dell'Ariston nel 2015: "Dieci anni fa ero una ragazzina che cantava un brano difficilissimo come 'Galleggiare'. Ero meno strutturata e meno matura: vissi il festival come un parco giochi. Oggi sono un po' cosciente, ma sono serena, penso all'esibizione come se fosse un normale concerto. Vivo tutto quello che sta accadendo cercando di divertirmi e con 'Anema e Core'". Il brano celebra l'essenza più autentica dell'amore, che si esprime senza riserve e senza timore di mettersi a nudo.
Un legame indissolubile con la Puglia che Serena ha raccontato nelle sue canzoni in un mix tra jazz, soul e r'n'b. Il legame con le sue origini, lo ha voluto ribadire anche per la serata delle cover, quando sarà accompagnata sul palco dalla salentina Alessandra Amoroso. Insieme canteranno "If I Ain't Got You" di Alicia Keys. "La scelta è caduta su un brano che chiunque canti nella vita, l'ha sicuramente fatto. Sono andata a pescare così lontano per omaggiare qualcosa che fosse internazionale". Il duetto con Alessandra Amoroso è "la realizzazione di un sogno. L'ho proposto io, desideravo rappresentare la Puglia, terra di amore e talento, e Alessandra è pura espressione di talento. Inoltre, volevo sfatare la rivalità Lecce-Bari, una sorta di Montecchi e Capuleti su cui scherziamo spesso. Sono felice che abbia accettato, perché non era scontato. Abbiamo trovato un brano che adoriamo entrambe e che ci ha unite".
A Sanremo, in gara, ci sono anche Fedez e Tony Effe, ai quali qualche mese fa aveva dedicato nel suo modo dissacratorio una rivisitazione di un brano di Aretha Franklin mentre erano impegnati in un infuocato dissing. "Quando li ho incrociati, penso che non mi abbiano riconosciuta: nessuno dei due ha detto nulla. Ma per me è stato solo un modo per fare musica, senza volermi prendere troppo sul serio. Nel mio modo di fare musica non esiste il dissing".
Polistrumentista, performer, compositrice, fiore all'occhiello della nu-soul/jazz italiana all'estero, Serena Brancale ha una solida formazione musicale, eppure tra i suoi brani più popolari c'è l'irriverente "Baccalà", che ha spopolato su social e piattaforme streaming valicando i confini nazionali. "Io sono Galleggiare ma anche Baccalà, perché nessuno di noi è una cosa sola o una sola canzone. Sono grata a Baccalà". La cantante promette che il brano portato sul palco di Sanremo sarà un viaggio: "Vi porto nelle stradine di alcune città del sud, in Puglia ma anche in alcuni posti latini, in Venezuela. C'è molto di esotico in questo brano che ha un sapore made in Sud: ha questi ritmi che fanno parte del folk del paese, ma anche la salsa e tutta la musica latina". Mentre alla fine da questo Sanremo si aspetto di "non essere solo la cantante jazz ma che mi dia la possibilità di avere su di me uno sguardo un po' più generale. Voglio che questo jazz sia world music".