Mia Martini, 20 anni fa si spegneva la grande interprete della musica italiana
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La cantante è morta a 47 anni il 12 maggio del 1995 per arresto cardiaco
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Venti anni fa, Mia Martini se ne andava a soli 47 anni. Il 12 maggio 1995 la cantante si spegneva per "arresto cardiaco". Nella sua vita, l'artista ha fatto della musica "la ragione dell'esistenza", anche quando a causa di un pettegolezzo (si diceva portasse sfortuna) la sua carriera subì un duro colpo. Il successo con "Piccolo Uomo" nel 1972, la rinascita con "Almeno tu nell'universo" a Sanremo del 1989.
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Gli Anni 90 Mimì, come la chiamavano gli amici, torna alla ribalta con brani come "Gli uomini non cambiano" che arriva secondo a Sanremo, "La nevicata del 56" e "Donna". Mia Martini, sorella di Loredana Bertè, nasce a Bagnara Calabra e con la famiglia si trasferisce prima ad Ancona e poi a Roma. Comincia a cantare giovanissima, ma il successo arriva negli anni 70 con brani storici come "Minuetto", "Inno" e "Padre davvero". Tutti riconoscimenti che poi la portano all'estero e in Francia, dove canta all'Olimpia con Charles Aznavour, iniziano a stimarla professionalmente.
Negli anni 80 regala canzoni indimenticabili come "E non finisce mica il cielo", il brano scritto per lei da Ivano Fossati, grande amore della sua vita, che non vince Sanremo ma conquista il premio della Critica che nasce appositamente per lei. Poi una lunga pausa. Dettata soprattutto dalle maldicenze che cominciano a circolare nel mondo dello showbiz. Mia fa un concerto con un gruppo, ma uno dei componenti al ritorno di casa muore in un incidente stradale. Ecco che iniziano a circolare strani voci: "Porta sfortuna", si dice. Meglio non farla lavorare. Comincia così una parabola discendente per la carriera dell'interprete che ha non viene più invitata nelle manifestazioni canore perché la sua presenza non era gradita dagli altri colleghi.
Quindi il ritiro. La ricerca delle proprie origini che la riporta in Calabria, lunghi anni di silenzio in cui finisce la storia d'amore con Fossati, si allontana dalla sorella Loredana e ritrova invece l'amore del padre Giuseppe. Fino al 1989. L'anno del grande ritorno sulle scene. Il pubblico impazzisce per la sua interpretazione di "Almeno tu nell'universo" (scritta da Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio) con cui rientra in grande stile a Sanremo. Conquista il premio della critica, il pubblico la acclama, ma è ormai un'altra Mia Martini. Segnata da lunghi anni di cattiveria.
Da allora è rinato l'affetto nei confronti di una artista fragile ma forte allo stesso tempo. Una carrellata di successi si susseguono come "Donna", "Gli uomini non cambiano" e "Stiamo come stiamo", presentato in duetto con la sorella Loredana al Festival di Sanremo 1993 e che sancisce di nuovo la loro unione. Seguono brani toccanti come "Cu 'mmè" con Roberto Murolo ed Enzo Gragnaniello.
Il 12 maggio 1995 la sua voce si spegne e il corpo senza vita viene ritrovato solo due giorni dopo, il 14, nell'appartamento a Cardano al Campo (VA), dove si era trasferita vicina al padre con cui aveva riallacciato i rapporti dopo un passato burrascoso. Secondo l'autopsia si è trattato di "arresto cardiaco". Mia Martini esce così di nuovo dalle scene e lascia un vuoto incolmabile.