Era il 29 giugno del 2000 quando l'Italia piangeva il suo mito
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Sono passati 15 anni dalla morte di Vittorio Gassman, attore-simbolo dell'epoca d'oro della commedia all'italiana. Nella sua lunga carriera il 'Mattatore' ha attraversato tutti i generi, dal teatro al cinema, senza disdegnare la televisione. Con il suo tocco inconfondibile riusciva a rendere memorabile ogni interpretazione: dai personaggi tragici ai ruoli più comici e popolari. A raccogliere il testimone il figlio Alessandro, anche lui attore.
Figlio di un ingegnere, sportivo (fu nella nazionale di pallacanestro), allievo dell' Accademia nazionale d'arte drammatica, Vittorio Gassman esordì a teatro nel 1943 lavorando tra gli altri con Visconti. Il cinema lo rende da subito personaggio con il ruolo di farabutto in "Riso amaro" (1948) accanto a Silvana Mangano.
La svolta, che lo imprime indelebilmente nell' immaginario degli spettatori arriva nel '58 quando Monicelli gli affida il ruolo del pugile suonato e ladro balbuziente Peppe (detto Tigre) in "I soliti ignoti". Terzo film culto, in cui Gassman dà vita ad un personaggio dalle note agro-dolce è "Il sorpasso" (1963) di Dino Risi, accanto a Trintignan.
Nl '59 approda in tv con lo spettacolo che esalta le sue doti di istrione e gli cuce addosso un soprannome definitivo: "Il mattatore". Sarà ancora protagonista di altri film di Monicelli e Risi (tra cui "Profumo di donna") e Scola, Nel frattempo diventa insegnante di teatro fondando a Firenze la Bottega teatrale, e scrive una fortunata autobiografia ("Un grande avvenire dietro le spalle" 1981), cui seguiranno negli anni successivi altre prove narrative e di poesia.