Cannes 2019, per "Mektoub" anche il red carpet è uno spettacolo
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Il regista di "Cous Cous" e "La vita di Adele" ancora una volta lascia il segno
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Alla 72.ma edizione del Festival di Cannes è arrivato anche il momento dello scandalo. Il merito è del regista franco-tunisino Abdellatif Kechiche e del suo "Mektoub, My Love: Intermezzo", in corsa per la Palma d'oro. Un film ipnotico, disturbante, sensuale, voyeuristico, hard e stordente, la cui scena clou è un rapporto orale della durata di 15 minuti girato in maniera esplicita, che si conclude con l'orgasmo della attrice Ophelie Bau.
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Il regista di "Cous Cous" (Leone d'argento a Venezia 2007) e della "Vita di Adele" (Palma d'oro 2013) torna quindi a scandalizzare la Croisette. L'opera è una lunga provocazione sessuale con l'insistente, maniacale, incessante filmare l'ondeggiante sedere delle sue bellissime protagoniste, 18enni o poco più, ammiccanti e sexy. Senza contare il cunnilingus da film porno della durata realistica di un quarto d'ora buono. Tutto questo per un'opera che è il fluviale racconto (da quattro ore, con uno sconto di 15 minuti nella copia arrivata al Festival) della fine di un'estate, mettendo in scena una giornata al mare e un'eterna nottata in discoteca di un gruppo di giovani bellissimi, apparentemente spensierati e instancabili, la cui gioia di vivere è una continua esplosione di sensi.
Sono gli stessi che aveva raccontato nel primo "Mektoub, My Love, canto Uno" (in concorso nel 2017 alla Mostra del cinema di Venezia): giovani di origine tunisina che vivono a Sete, sulla costa francese vicino Montepellier, alla fine degli anni '90 quando il fondamentalismo religioso non aveva contagiato le comunità maghrebine e Al Qaeda era lontano. Nella lunga notte in discoteca, bevendo alcolici e ballando lap dance, con i corpi che si strusciano l'uno all'altro, sfiorano quelli dei maschi, queste ragazze si lasciano andare ad un ritmo indolente che sembra voler catturare l'essenza epicurea della loro giovinezza. E la cinepresa di Kechiche è lì a coglierne ogni fremito. O a seguirne i movimenti un po' da lontano come fa l'alter ego del regista, Amin (Shain Boumedine), che è diventato un forestiero trasferendosi a Parigi a studiare cinema e che torna a Sete solo per passare l'estate e scattare fotografie. Ophelie e Amin sono legati da amicizia (o anche altro?), ma la ragazza ha un segreto: ha scoperto di essere incinta di Tony (Salim Kechiouche) che svolazza da una giovane all'altra, mentre lei tra due settimane si sposerà con Clement, militare di stanza in Iraq. Dopo la techno dance e tutto quello che è capitato durante la notte, Amin si sveglia con accanto Charlotte (Alexia Chardard), si alza e va via. L'estate è finita.