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David Bowie, 15 gioielli da riscoprire Non solo hit, ecco i brani "dimenticati"

"Let's Dance", "Starman" e "Heroes" sono i brani che tutti conoscono. Ma negli album dell'artista inglese ci sono perle da andare a riscoprire

14 Gen 2016 - 13:09

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Dopo la morte di David Bowie inevitabile pensare ai grandi successi, come "Let's Dance", "Starman" o "Heroes", quest'ultima la più votata dai lettori di Tgcom24. Ma accanto alle canzoni simbolo e più note, nascosti negli album dell'artista inglese, ci sono veri gioielli conosciuti solo dai fan più affezionati o dimenticati dallo stesso cantante. Andiamo alla riscoperta di 15 di questi.

David Bowie, 15 gioielli da riscoprire Non solo hit, ecco i brani "dimenticati"

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The Man Who Sold The World: Title track dell'album del 1970 con il quale Bowie inizia la sua transizione verso il glam rock, la canzone è stata a lungo dimenticata dallo stesso cantante inglese. A darle nuova vita ci hanno pensato i Nirvana e Kurt Cobain, con una intensa versione nell'Unplugged del 1994 che rappresenta il testamento della band di Seattle. E negli anni 2000 anche Bowie ha ripreso a farla dal vivo.

Velvet Goldmine: Avrebbe dovuto far parte di "The Rise And Fall Of Ziggy Stardust And The Spiders From Mars" ma venne scartata all'ultimo per far posto a Starman. Ciononostante è una canzone chiave al punto che ha dato il titolo al film Todd Haynes con Ewan McGregor sulla storia del glam rock.

Moonage Daydream: Se l'album Ziggy Stardust è una raccolta di pezzi formidabili senza punti deboli, questo rappresenta la perla nascosta. Non scelta come singolo, eseguita dal vivo a fasi alterne, è considerata da molti compagni di viaggio di Bowie dell'epoca il miglior brano: immaginifico nel testo, con la chitarra di Mick Ronson in grande evidenza.

Lady Grinning Soul: Una delle canzoni più sottovalutate nella sua discografia, anche da Bowie stesso, che non l'ha mai eseguita dal vivo. Chiude con grande atmosfera l'album "Aladdin Sane" con una chitarra da echi spagnoleggianti e le dita di Mick Garson che corrono sul pianoforte in maniera evocativa. Bowie tocca qui la nota più alta mai registrata in un suo album.

Big Brother: Concepito inizialmente come base per un musical ispirato a "1984" di George Orwell, l'album "Diamond Dogs" cambia pelle in corso d'opera ma al suo interno rimangono tracce dell'ispirazione originale. Come questo "Grande Fratello", in cui viene descrito il lavaggio del cervello subito dal protagonista.

Stay: Nel 1976 Bowie è al lumicino, chiuso perennemente in casa, si ciba solo di latte e cocaina, al limite della consunzione. Ma l'ispirazione non viene meno. In attesa di rinascere a Berlino sforna l'album "Station To Station". Stay è una ballata urbana, dove le luci di una notte incombente diventano reali. E non a caso viene usata nella colonna sonora di "Christiane F. I ragazzi dello zoo di Berlino".

Sound And Vision: "Low" viene considerato il primo pezzo della trilogia berlinese, anche se di berlinese non ha quasi nulla, registrato com'è in Francia. In questo brano spiccano i suoni della batteria, letteralmente inventati dal produttore Tony Visconti, e il riff di chitarra.

Always Crashing In The Same Car: Sempre da "Low" un brano carico di atmosfera, ispirato a un incidente di macchina avuto con Iggy Pop, con il quale Bowie in quel periodo si lega a filo doppio. L'elettronica inizia a essere preponderante aprendo gli scenari che troveranno il loro senso più compiuto in "Heroes".

Scary Monsters: Gli anni 70 si chiudono e lui apre gli 80's anticipando la new wave incombente con un album tra i più ispirati (e sottovalutati) della sua discografia. La title track e aggressiva e tirata, con una ritmica multistrato e la chitarra di Robert Fripp a guidare la corsa.

Cat People (Puttin' Out Fire): La musica è quasi tutta farina del sacco di Giorgio Moroder, ma Bowie ci mette un'interpretazione perfetta per un brano destinato alla colonna sonora del film omonimo e poi ripreso nell'album "Let's Dance".

Loving The Alien: Più avanzano gli anni 80 e più sbiadisce l'ispirazione di Bowie. "Tonight" è un album peggio che brutto: quasi inutile. Ma contiene due gioielli. "Blue Jean" è l'hit da classifica, "Loving The Alien" il brano che resta nel cuore. Anche perché lui la riprende negli anni 2000 dal vivo con versioni indimenticabili.

Strangers When We Meet: Incisa originariamente per "The Buddha Of Suburbia" nel 1993, viene ripresa come episodio conclusivo di "1.Outside" due anni più tardi. Uno squarcio pop, ma di gran classe, in un album visionario.

I'm Afraid Of Americans: Scritta insieme a Brian Eno è uno dei momenti più alti di "Earthling" e la dimostrazione di come Bowie sapeva tenersi al passo con i tempi. Dall'anima industrial, i Nine Inch Nails ne hanno realizzato vari remix, mentre Trent Reznor appare nel video del brano.

If I'm Dreaming My Life: Con lo scadere del primo millennio Bowie abbandona le sperimentazioni elettroniche e drum'n'bass per tornare ad atmosfere più folk e decadenti. "Thursday's Child" è il singolo che lo riporta a un pubblico che pensava di averlo perso, ma nell'album "Hours..." ci sono altri gioielli "scuri", come questa "If I'm Dreaming My Life".

Slip Away: Registrata una prima volta con il titolo "Uncle Floyd" per un album che non vedrà la luce, viene rielaborata per "Heathen". Un pezzo che racconta del passare del tempo in modo struggente e che resterà nella testa di Bowie al punto che l'inciso dell'ultimo singolo, "Lazarus", lo ricorda molto da vicino.







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