VITA E MORTE

David Bowie, vita e morte nei messaggi subliminali lasciati nelle ultime opere

Dal significato di "Blackstar", titolo dell'ultimo album, alle citazioni nell'ultimo video "Lazarus". Ecco "gli indizi" lasciati dal cantante

14 Gen 2016 - 12:48

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Artista fino all'ultimo. David Bowie non ha lasciato nulla al caso e anche la morte e la malattia sono diventati fonte di ispirazione per le sue ultime opere. E così pare che il titolo "Blackstar" sia un riferimento diretto a un tipo di carcinoma mentre nel video di "Lazarus" indossa lo stesso vestito che aveva nel retro di copertina di "Station to Station", dove era intento a disegnare l'albero della vita della cabala.

David Bowie, vita e morte nei messaggi subliminali lasciati nelle ultime opere

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Il parallelo tra il termine "Blackstar" è stato sottolineato per primo dal giornalista e critico musicale americano Michael Azerrad, in un tweet (poi cancellato). La definizione in termini medici infatti sarebbe usata per indicare un certo tipo di lesioni tumorali. Ma se questo è un riferimento tutto da verificare, ben altra consistenza hanno alcuni simboli lasciati da Bowie stesso.

Senza contare i riferimenti a morte e resurrezione nel testo della canzone, particolare significato ha il vestito indossato nel video di "Lazarus". Una citazione precisa e sottile, quasi subliminale, che anche alcuni dei fan più devoti inizialmente non avevano riconosciuto. Si tratta infatti dello stesso vestito indossato dal cantate per una serie di foto realizzate nel 1976 in occasione dell'uscita dell'album "Station to Station", una delle quali utlizzata poi come retro di copertina dello stesso album nella riedizione del 1990.

Particolarmente significativo dal momento che in quelle foto Bowie era intento a disegnare l'Albero della Vita della Cabala, composto dalle dieci sfere della creazione. E in quel caso, nel testo della canzone, Bowie faceva un parallelo tra queste e le tappe della Via Crucis. E si potrebbe continuare con il parallelo tra la canzone "Station to Station" e il brano "Blackstar", non a caso i due brani più lunghi mai registrati da Bowie, entrambi dalla forma composita e mutevole, entrambi ricchi di riferimenti mistici.

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