il red carpet di Venezia 81 si illumina con l'arrivo di Nicole Kidman
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La diva di Hollywood splende in passerella alla première di "Babygirl", thriller erotico sul piacere femminile
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Nicole Kidman illumina la terza serata di Venezia 81, sfilando avvolta in una nuvola di tulle tempestata di paillettes sul red carpet del thriller erotico "Babygirl". Nel film interpreta una donna in carriera che mette a repentaglio le sue sicurezze per farsi travolgere da un rapporto sadomaso con un uomo molto più giovane di lei. Una pellicola estrema, diretta dalla regista di origini danesi Halina Reijn.
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Nel 1999 Nicole Kidman accese le fantasie di milioni di spettatori con "Eyes Wide Shut" di Stanley Kubrick, in coppia con l'allora marito Tom Cruise. Ora è pronta a replicare con "Babygirl" della regista di origini danesi Halina Reijn. Un thriller erotico a tinte forti che ruota intorno al personaggio di Romy, una donna al vertice di un'azienda di robotica che si invaghisce di uno stagista. A farle perdere la testa sul set - tra sadomaso e bondage - è il giovane attore Harris Dickinson, mentre Antonio Banderas interpreta il marito che assiste impotente alla disgregazione del loro menage familiare.
Dopo Angelina Jolie, in Laguna per accompagnare il film di Pablo Larrain "Maria", ora Venezia ha accolto un'altra colonna di Hollywood: Nicole Kidman. L'attrice nella sua carriera ha interpretato donne di tutti i tipi, ma non ha nascosto di essere molto nervosa per il debutto di "Babygirl", in cui interpreta una donna in carriera che si lascia andare a piaceri proibiti con un giovane stagista. Al centro del film, oltre al piacere sessuale, vorticano altri temi importanti come il ribaltamento dei ruoli di potere, il consenso e il gusto del proibito. "Il linguaggio nel sesso è complicato. A me piace indagare le donne, gli esseri umani, cosa significa esserlo, in tutte le sfaccettature. E' stato un viaggio fantastico", ha dichiarato la Kidman.
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"È stato avvincente sentirsi nelle mani di Halina (Rejin, regista del film). Con lei non mi sono mai sentita sfruttata, mi sono sentita sempre protetta e parte del processo di lavorazione. Era la storia di cui volevo far parte, che volevo raccontare. È importante sentirsi sicura con il regista, perché ti abbandoni completamente", ha ammesso. E sulle scene di nudo e di sesso, che la vedono protagonista, ha chiarito: "Non penso a come usare il mio corpo, ma a come devo raccontare la storia, qual è la visione e come posso aiutare a farla arrivare. Il racconto del rapporto tra le donne e il loro corpo è uno dei motivi per cui ho deciso di fare questo film".