NELLA SEZIONE ORIZZONTI A VENEZIA 71

Venezia 71: "La vita Oscena" con Isabella Ferrari madre coraggiosa e malata

La pellicola italiana di Renato De Maria in concorso nella Sezione Orizzonti

02 Set 2014 - 09:01

In concorso nella Sezione Orizzonti di Venezia 71 c'è il film italiano "La vita oscena" di Renato De Maria e tratto dal romanzo autobiografico di Aldo Nove. La pellicola narra il percorso allucinato fra lutto ed eccessi di Andrea (Clement Metayer), talentuoso e inquieto alla ricerca del coraggio di vivere. Nel cast anche Isabella Ferrari (nel ruolo della madre) produttrice con Riccardo Scamarcio che denuncia: "Non abbiamo un distributore".

Venezia 71: "La vita Oscena" con Isabella Ferrari madre coraggiosa e malata

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© ansa  | Clement Metayer
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"La cosa sorprendente è che un film tutto italiano costato solo 650mila euro e che ha coinvolto De Maria, Aldo Nove, Ciprì e Isabella Ferrari non abbia ancora una distribuzione". E' l'appello di Riccardo Scamarcio, in qualità di produttore associato insieme alla Ferrari.

"Non abbiamo distribuzione - dice ancora Scamarcio rivolto ai giornalisti -, dite ai distributori se ci danno una mano".

Andrea è un ragazzino che perde i genitori a distanza di qualche mese l'uno dall'altro. Fatto che lo getta in un percorso estremo di droga, sesso bulimico e solitudine. A raccontare questo percorso agli inferi, con tanto di voce fuori campo, è il regista Renato De Maria. Nel cast, oltre alla Ferrari, Anita Kravos, Iaia Forte ed Eva Riccobono.

Spiega il regista: "Il libro di Nove mi ha evocato tante immagini. Per me allora è stata una sfida visiva ed emotiva. La voglia di raccontare una storia di formazione di impatto universale. La cosa più importante per me è stata quella di fare qualcosa di non già visto. Un viaggio inedito psicadelico. Ho cercato così nei siti Web immagini nuove e mi sono ispirato a registi come David Lynch e Gaspar Noè".

"Il libro di Nove - spiega la Ferrari - mi ha molto commosso. Vorrei essere io la madre che interpreto. Una madre con tanta luce e che nonostante la malattia si veste colorata con tanta voglia di vivere. Sono così produttrice di questo film perché mi sono sentita un po' madre del progetto. E' la storia di un giovane poeta che perde padre e madre e si abbandona all'autodistruzione, ma che alla fine ce la fa. Una storia in cui ci ognuno si può riconoscere".

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