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Il regista spagnolo ha aperto il festival con il suo "Madres paralelas". Al centro del film ancora una volta l'universo femminile
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Storia, dolore e madri imperfette, sono i temi di "Madres paralelas" di Pedro Almodovar, film d'apertura della 78esima Mostra Internazionale d'Arte cinematografica di Venezia. Un nuovo lavoro del regista spagnolo con tanta voglia di fare i conti, oltre che con il mondo femminile, anche con la storia del suo Paese e i suoi desaparecidos. Il film, applaudito al termine della proiezione riservata alla stampa e anche in conferenza stampa, racconta la storia di due donne, di età diverse, che si conoscono poche ore prime di partorire, entrambe alle prese con una gravidanza inattesa, condividono le doglie e l'emozione di diventare madri. Un incontro che cambierà le loro esistenze.
TUTTO SULLE MADRI - Le protagoniste del film, come racconta Almodovar "sono Janis, una fotografa quarantenne che scava nel passato della sua famiglia ai tempi della dittatura spagnola, e Ana adolescente vittima di un trauma che l'ha portata alla gravidanza". Un film popolato da madri "imperfette" quello del regista spagnolo. "Mi interessano le madri che hanno momenti complessi da risolvere mia madre, le vicine di casa e queste madri onnipotenti, erano completamente diverse, senza incertezze. Il personaggio di Janis invece è complesso rispetto all'esperienza che ho avuto con queste donne. Non tutte avevano l'istinto materno" ha raccontato il cineasta spagnolo.
LA MEMORIA E I DESAPARECIDOS, IL LATO POLITICO - "Madres paralelas" affronta il capitolo della dittatura di destra spagnola e il dramma dei desaparecidos, un tema con cui la Spagna non ha ancora fatto i conti. "La memoria storica della società spagnola ha un debito enorme con i desaparecidos, persone sepellite in fosse comuni. Quando abbiamo iniziato il film non se ne parlava, poi è arrivata la legge di Zapatero, volevo dare visibilità, dopo 85 anni se non sarà pagato questo debito non possiamo chiudere i conti con questa storia recente. Ci sono nipoti e pronipoti che chiedono di riesumare i famigliari, soprattutto nel 2014. Quando la democrazia si instaura nel 1978 in Spagna questo tema non è stato affrontato, per andare davvero avanti", ha spiegato Almodovar. Il regista ha ricordato anche la fine del poeta Federico Garcia Lorca, le cui spoglie non si sono mai ritrovate. "Lorca è il desaperacidos più conosciuto anche al di fuori della Spagna, è sempre stato una fonte di ispirazione per me. Il cattivo rapporto che lo spagnolo ha nei confronti della storia più recente mi ha sempre colpito. Il grande poeta spagnolo per eccellenza non si capisce come potesse essere un desaparecidos e che nessuno si preoccupi di cercare il suo corpo".
SETTIMO FILM CON PENELOPE CRUZ - Dopo "Carne tremula", "Tutto su mia madre", "Volver", "Gli abbracci spezzati", "Gli amanti passeggeri", "Dolor y gloria", adesso "Madres paralelas". "Avevo 16 anni quando decisi di fare l'attrice e fu dopo aver visto Legami!, sperando un giorno di lavorare per Almodovar": quella tra Penelope Cruz e il regista spagnolo è una lunga storia di cinema, amore, passione, rispetto. Sette film insieme ma per "Madres Paralelas" quella madre imperfetta, complicata "è forse il personaggio più difficile che abbia mai interpretato". L'attrice aggiunge: "Ogni volta è un regalo, la partenza per un viaggio intenso e avvincente. Quando mi propone una parte ogni volta penso: 'quest'uomo ha scritto un'altra meraviglia. Inutile dire che la sua è la telefonata più attesa". Penelope, confessa Almodovar, "è la prima a cui penso quando scrivo un personaggio femminile della sua età. E so che lei aspetta e spera che in ogni mio film ci sia un ruolo per lei. Non c'è bisogno che mi faccia pressioni, mi bombardi di telefonate, lei sa che penso a lei".