L'ULTIMO DISCO E' "AMORE DI CLASSE"

Statuto, da oltre 30 anni con la linfa vitale della cultura Mod

Tgcom24 si è fatta raccontare dal leader della band di Torino il loro nuovo disco e la carriera partita con "Abbiamo vinto al Festival di Sanremo"

25 Ott 2016 - 11:11

A inizio ottobre in radio è arrivato "Ritmi Di Metropoli", nuovo singolo degli Statuto, estratto dall'album "Amore Di Classe" uscito a inizio anno. Il cantante e frontman Oskar ha raccontato a Tgcom24 come è stato realizzato questo concept album e ha offerto anche uno spaccato della storia del gruppo sulle scene da oltre trent'anni e all'anima Mod che dall'inizio contraddistigue l'anima e il motore della band torinese.

Facciamo un passo indietro e parliamo del disco. Visto che il vostro è un concept album viene spontaneo accostarlo a un'idea simile a "Quadrophenia" degli Who. Ce lo racconti?
Avendo già fatto tanti dischi in passato, volevamo provare a usare una tecnica di composizione diversa soprattutto per quanto riguarda i testi. Per quella musicale siamo stati seguito da Max Casacci intendendo la composizione in studio con un organico allargato, con archi, fiati e tastieri, ma che avesse uguale efficacia dal vivo in quattro. Per i testi siamo partiti da un racconto che ho scritto io: una fiaba metropolitana molto possibile, una storia d'amore tra un ragazzo Mod di famiglia operaia e una ragazza coetanea dell'alta borghesia. La loro storia verrà ostacolata e interrotta. A fare da sfondo alcuni temi e aspetti e situazioni di cui parliamo sempre: la scuola pubblica, la lotta al razzismo, il problema della disoccupazione. In passato ci sono stati appunto esempi di concept album come "Quadrophenia" e "Tommy", e anche in Italia c'è stato "Burattino senza fili" di Edoardo Bennato. E' una forma di composizione che non abbiamo di certo inventato noi..

A livello musicale quali sono le sonorità dell'album
E' difficile definire musicalmente un genere di quello che si è composto e realizzato. Di sicuro non è stato studiato a tavolino. C'è meno ska, ma è una scelta casuale, non rinneghiamo il passato e dal vivo continuiamo a suonarlo

A proposito del tour che sta per iniziare, portate interamente il disco?
Dopo l'uscita del disco lo abbiamo proposto interamente durante i concerti. Poi durante il tour estivo abbiamo suonato sia i pezzi del nuovo disco che alcuni del nostro repertorio. La stessa cosa faremo per il club tour mischieremo un po' tutto per avere una scaletta omogenea.

Il video e il singolo "Ritmi Di Metropoli" parlano di tematiche Mods. Ce le racconti? E cosa vuol dire essere Mods oggi.
Siamo Mods, la nostra ragioen di esistenza musicale è quella di fare conoscere a più gente possibile lo stile e la cultura i gusti del modernismo e del Mod. Proprio in questa canzone che recita "Ritmi di metropoli, suoni multietnici, abiti impeccabili", che è un aforisma che descrive quella che è la filosofia mod da sempre. Prima cultura multietnica giovanile fuori da discorsi politici e religiosi. Fondendo insieme la musica afroamericana e giamaicana con lo stile europeo e i vestiti italiani. Con il tempo è andata avanti sia dal punto di vista estetico che musicale, si è passati dal r'n'b al beat allo ska, fino al primo revival con Who e Jam e al secondo con Blur e Oasis. E' una cultura che nasce e si vive sulla strada, che non si è mai bruciata e va avanti negli anni senza potersi estinguere. Da noi a Torino ci sono quattro generazioni di Mods in piazza Statuto a dimostrazione che la linfa vitale è sempre molto attiva.

A proposito della "vostra Torino", esplosa musicalmente anni fa con voi, Fratelli di Soledad, Africa Unite, Subsonica e altri, com'è attualmente a livello musicale?
A livello artistico Torino è sempre stata molto creativa e lo è stata nel periodo quando era molto difficile essere giovani nella nostra città. Dagli anni 80 c'è stata una voglia di riuscire a sconfiggere l'alineazione industriale. A metà anni 90 c'è stato un vero proprio boom riconosciuto e tra noi, Africa, Freatelli ci sonos tati gruppi precursori di una voglia di costruzione culturale. Adesso è diverso, ci sono molti più modi di divertirsi per i giovani a Torino, ma la situazione sociale è differente. Le prospettive per un giovane dopo gli studi sono molto difficili. E' una città da inventare attraverso un percorso molto duro.

Sono 33 anni che siete sulle scene. Dal successo di "Abbiamo vinto al Festival di Sanremo" a oggi, cosa è successo agli Statuto?
Il nostro percorso è stato molto lungo, con momenti più felici e altri meno. La cosa che ci ha portato avanti, la cosa fondamentale, è stata far conoscere la cultura Mod che è stata una priorità che ci ha fatto superare ostacoli. Abbiamo avuto una grossa visibilità grazie alla partecipazione al Festival Di Sanremo del 1992 e da allora riusciamo a sopravvivere con la musica. Ci divertiamo e riteniamo di essere privilegiati anche senza essere rockstar. Continuiamo a vivere la strada, a fare concerti e incontrare il pubblico che ci dà sempre molte soddisfazioni e la forza di andare avanti.

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