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Subsonica si ricomincia dalle origini: "Gli anni 20 saranno i nuovi 90's"

Esce venerdì 12 ottobre "8", l'album che segna il ritorno della band torinese. Tgcom24 l'ha incontrata

di Massimo Longoni
11 Ott 2018 - 09:31
 © ufficio-stampa

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Quattro anni dopo il loro ultimo album insieme, e dopo una libera uscita di tutti i componenti per progetti solisti, tornano i Subsonica. Il nuovo lavoro, in uscita il 12 ottobre, si intitola "8", numero che può ricordare il simbolo di infinito, dell'eterno ritorno. "Ripartiamo da un suono smaccatamente anni 90 per guardare al futuro - dicono presentando l'album-. Gli anni 20 saranno i nuovi anni 90".

Castel del Monte è un luogo magico, dove la numerologia ha un ruolo fondamentale, figlie delle idee di Federico II che lo fece edificare. Otto lati, con otto torri ognuna delle quali ottagonale, così come il cortile interno, dove l'album dei Subsonica è stato presentato. Uno scenario la cui simbologia si incastona perfettamente con quella del disco, intitolato "8” perché è l'ottavo della carriera del gruppo torinese ma anche perché il numero 8 si sovrappone al simbolo dell'infinito, con il suo essere un eterno ritorno. Castel del Monte è un posto senza tempo, così come il tempo in questo disco sembra volersi avvolgere su stesso. E ancora, con il suo mix di elementi romanici, gotici e islamici è il luogo simbolo dell'impero federiciano, dove le culture si fondevano e intrecciavano, così come il disco punta a mettere insieme culture e riferimenti, abbattere frontiere, in tempi in cui invece si costruiscono muri.

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"In questo momento siamo più impegnati a creare barriere e divisioni - osserva Max Casacci, chitarrista e produttore -. Una figura come Federico II sarebbe più adeguata che non leadership che ci portano verso un punto critico". Quel "Punto critico" cantato da Samuel in uno dei due brani che hanno anticipato l'album, che in più di un passaggio lascia affiorare una coscienza politica in testi densi come quelli dei primi lavori del gruppo.

È proprio da lì si parte, dagli inizi. "L'album comincia come se fossimo negli anni 90 - spiega Casacci -. Si tratta di una provocazione. Un gruppo che rimane fedele a se stesso può permettersi questo lusso. Riappropriandosi di sonorità che sono state le nostre e che ora sono di nuovo nell'aria". Tornare alle proprie radici è stato anche un processo spontaneo nel momento in cui la band ha dovuto ricominciare dopo due anni di libera uscita dei propri componenti. "Abbiamo dovuto riallinearci, non è stato facile - sottolinea Boosta -, il punto di caduta delle nostre idee però alla fine è venuto in maniera naturale. Da sempre i Subsonica sono un gruppo il cui risultato finale è maggiore della somma dei singoli fattori - prosegue -. Ogni volta che facciamo un disco questo prende una direzione diversa da quella prevista. Il nostro è un gruppo senza un leader ma con una guida collettiva. Che può essere anche problematica".

"Mettere insieme la creatività è un gesto che ti dà tanta forza ma ti costringe anche a mostrare il fianco - aggiunge Samuel -. Nel tempo c'è la necessità di crearsi il proprio spazio, un proprio cammino. In questi anni abbiamo fatto della terapia di coppia a distanza, tornando più forti. Adesso si possono anche affrontare le critiche con maggiore serenità". Nell'album c'è anche spazio per "Le onde" un brano dedicato al produttore Carlo Rossi ("E' a metà tra canzone ed esperienza sonora: una soluzione giusta per non scadere nella retorica e poi lui era soprattutto un uomo di suono") e un featuring di Wille Peyote ne "L'incubo" ("Ci rivediamo un po' in lui").

Nonostante il suo essere ancorato agli anni 90, il gruppo tiene a sottolineare come non ci sia nostalgia in questo lavoro. "Non sono nostalgico, se non di quegli spazi culturali che erano centrali per artisti come noi, dove si usciva per andare ad ascoltare e non solo per bere" dice Samuel mentre Casacci precisa che non si tratta di una scelta di puro modernariato: gli anni 20 saranno i nuovi 90".

Dopo l'uscita del disco si aprirà il progetto live: che partirà dall'Europa. La band sarà protagonista dal 4 al 19 dicembre di “European reBoot2018” sui palchi di 9 città: Amsterdam, Londra, (dove hanno recentemente lavorato al disco con l’ingegnere del suono Marta Salogni, astro nascente, già engineer dell’ultimo album di Björk), Dublino, Zurigo, Parigi, Bruxelles, Colonia, Berlino, Monaco. A questo seguirà “8 TOUR”, la tournée italiana nei palazzetti che toccherà 8 città lungo tutta la penisola: Torino, Milano (città per le quali è stato annunciato il raddoppio delle date) Ancona, Bologna, Padova, Genova, Roma e Firenze.

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