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"Gramigna", arriva al cinema il film che insegna la libertà di osare contro la camorra

Il film di Sebastiano Rizzo è tratto dal libro di Michele Cucuzza e Luigi Di Cicco e racconta la storia vera dello stesso Di Cicco, figlio di un boss

di Massimo Longoni
22 Nov 2017 - 07:52
 © dal-web

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Arriva nei cinema il 23 novembre "Gramigna", il film del regista Sebastiano Rizzo liberamente tratto dal libro di Michele Cucuzza e Luigi Di Cicco. Una storia di riscatto contro la camorra, ispirata alla storia vera di Di Cicco, figlio di uno dei boss più potenti della malavita campana. "A differenza di tanti altri film e serie che trattano lo stesso tema - dice il regista a Tgcom24 -, questo film contiene un elemento importante: la speranza".

Il film racconta la voglia di riscatto contro la camorra ispirandosi alla vera storia di Luigi Di Cicco, figlio di Diego uno dei più potenti boss che attualmente sta scontando l'ergastolo. Luigi è un giovane in fuga dalla camorra, ha conosciuto suo padre in carcere e viene da un mondo che rifiuta, desiderando una vita normale e lontana dal malaffare, ma con quel mondo è costretto a fare costantemente i conti, sperimentando, a sue spese, l'umiliazione del carcere.

"L'ispirazione per il film mi è venuta direttamente durante la presentazione del libro di Cucuzza e Luigi, nel 2015 - spiega Rizzo -, alla presenza di giudici e magistrati. Mi è venuta la voglia di raccontare una storia vera che va in direzione contraria alle tante serie e film che ci sono ora, dove la speranza non trova spazio. Qui la speranza è l'orizzonte di riferimento". Al progetto hanno aderito subito attori di peso come Enrico Lo Verso, Biagio Izzo, Teresa Saponangelo, Ernesto Mahieux. "Abbiamo un cast di eccellenza del quale vado molto orgoglioso" sottolinea il regista.

Per il tema trattato e per lo sviluppo della storia, il film si rivolge a un pubblico in particolare: "Quello dei ragazzi - spiega Rizzo. Luigi con la sua storia vuole dare speranza, ha girato anche un sacco di carceri raccontandola. Il film ha un taglio molto giovane". A tal proposito la produzione ha stretto un accordo con Unicef Italia e promuoverà il film con un tour nelle scuole e nelle università. Inoltre la pellicola è tre le 15 in concorso per il premio David giovani, che nell'ambito dei David di Donatello viene assegnato da una giuria di studenti delle scuole secondarie.

"Ma è adatto anche ai genitori. Perché fa capire come soffre il figlio di un boss - aggiunge il regista -. Si parla sempre di Napoli ma Caserta è la zona più pericolosa e il padre di Luigi era uno dei boss più importanti. E’ ancora vivo. Luigi ha detto di no. Una cosa difficilissima da fare. Nonostante l’amore che nutre tutt’ora per il padre. Che non gli impedisce di dire che deve pagare fino in fondo per quello che ha fatto". 

Come tutte le opere di un certo impegno però ora si tratta di fare i conti con una distribuzione a dir poco faticosa. "La distribuzione deve fare i conti con l’ignoranza del mercato italiano. Le commedie servono, ma dovrebbe esserci un equo compenso di appoggi. Film di questa entità non hanno vita facile. Noi se riusciamo ad uscire in 30/40 sale festeggiamo, quando le grosse commedie escono in 500 sale e in due settimane fanno il pieno. Noi dobbiamo andare a cercare il pubblico sul lungo periodo, il nostro è un work in progress".

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