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"Mal di pietre", Marion Cotillard e la forza dell'immaginazione

Esce nelle sale il film di Nicole Garcia con l'attrice premio Oscar e Louis Garrel. Guarda la clip in esclusiva

12 Apr 2017 - 15:30

Marion Cotillard è la ribelle e sensuale Gabrielle, protagonista del film di Nicole Garcia "Mal di pietre", presentato a Cannes e in uscita nelle sale italiane il 13 aprile. Liberamente tratto dal un libro della scrittrice sarda Milena Agus, il film è la storia di una donna anticonformista e della sua passione, da tutti ostacolata e condannata, della sua "follia" creativa e della sua immaginazione..."una forza che risiede in tutti noi e rende la vita straordinaria..."

Gabrielle viene da un paesino del sud della Francia, in un’epoca in cui il suo desiderio di trovare il vero amore è considerato scandaloso, se non perfino folle. Contro il suo volere, i genitori di Gabrielle la obbligano a sposare José, un onesto e amorevole contadino spagnolo che, secondo loro, la renderà una donna rispettabile. Un giorno, Garbrielle si reca sulle Alpi per curare i suoi calcoli renali, e lì incontra André (Louis Garrel), un affascinante reduce rimasto ferito durante la guerra d’Indocina, che risveglia in lei una passione sopita. Gabrielle desidera disperatamente fuggire con André e liberarsi da un matrimonio che le sembra una prigione. E questa volta è determinata a seguire i suoi sogni.

"Secondo me, il destino di questa donna rappresenta metaforicamente l’immaginazione, la forza creativa di cui tutti siamo capaci quando i nostri desideri e i nostri sentimenti ci spingono ad andare oltre i nostri stessi limiti", racconta la regista francese ("Quello che gli uomini non dicono" e "Place Vendome"). "In Gabrielle, poiché è molto giovane, vive quel desiderio potente che lei chiama “la cosa principale”, quella dolce evasione di desiderio e di amore: un ardore animale. Questa passione, che abbraccia tutto il suo essere, finisce per scontrarsi brutalmente con l’uomo che vuole reprimerla (l’insegnante del villaggio); e poiché ci troviamo negli anni ’50, viene largamente condannata dalla sua famiglia e da tutta la società. Eppure perdura una forza dentro di lei, anche se è sposata". E ancora: "Grazie alla sua pazzia (come la chiamano gli altri) non rinuncerà mai ai suoi sogni. Quando si ribella e qualcuno cerca di reprimerla, sembra sottomettersi, mentre in realtà non arretra mai di un centimetro. E quando finalmente trova il vero amore - quel momento di estasi che potrebbe dare un senso alla sua vita, ma che ancora una volta il fato minaccia di rubarle - dimostra puntualmente di cosa sia capace la sua grande passione.

Riguardo all'interpretazione della Cotillard LA Garcia dice: "Nel film, Marion mostra una grandissima sensualità, che credo sia davvero rara nel cinema. Ha colto perfettamente il lato profondamente animale di Gabrielle, oltre che la sua pazzia creativa.
Ho amato questa storia, perché aveva un’eco nella mia vita. Rappresenta il modo in cui io vedo l’immaginazione, la sua forza e il potere che ha di guarire. Io stessa ho provato quello che Gabrielle prova nel film, così come tutti noi lo abbiamo provato. E’ una forza che risiede in tutti, è universale, e rende la vita straordinaria, spingendoci verso tutto ciò che è meraviglioso, verso l’ignoto".

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