Ottima accoglienza al Festival di Berlino per l'opera prima di Laura Bispuri
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Dopo i lunghi applausi per "Vergine Giurata", l'unico film italiano in concorso al Festival di Berlino, adesso la regista Laura Bispuri e l'attrice Alba Rohrwacher sperano nell'Orso d'oro. Identità negata, libertà, modernità e differenza tra sessi: questi i temi affrontati dalla protagonista Hana, una ragazza albanese che sceglie di rinunciare al sesso e alla sua femminilità per acquisire le libertà riservate agli uomini.
"Hana è una creatura a metà che per avere la sua libertà e anche per una certa ingenuità, sceglie di farsi vergine giurata" spiega la Rohrwacher. L'attrice ha davvero incontrato le vergini giurate, ovvero quelle donne che rinunciano alla sessualità e si vestono da uomo acquisendo così tutti i loro privilegi: "Quello che mi e rimasto impresso di loro sono stati i loro sguardi, la curiosità che avevano queste donne-uomo verso noi''.
"Ho cercato di fare un lavoro su cose molto piccole, per trovare una verità che fosse la nostra. E tutto per rendere credibili una creatura a metà tra donna e uomo - ha continuato - Ho anche avuto paura di questa impresa ambiziosa: dovevo interpretare un personaggio lontano dalla mia cultura e per giunta in una lingua totalmente diversa".
Anche per la regista Laura Bispuri Vergine giurata " è un film sull'identità, sulla libertà, ma anche su un percorso femminile da una parte arcaico e dall'altra molto moderno, contemporaneo. E' chiaro che in lei c'e' una certa ambiguità: la voglia di trovare una identità per lei che una ragazzina ribelle. Diventando 'vergine giurata', trova il suo centro nella terra in cui è nata e anche un atto di riconoscenza per la famiglia che l'ha accolta".