Alfred Hitchcock, guarda le immagini iconiche e capolavori del maestro del brivido
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Il grande regista inglese se ne andava il 29 aprile 1980. E' stato fondamentale per l'evoluzione del cinema influenzando generazioni di autori
di Luca FreddiPer tutti resta il maestro del brivido. 40 anni fa scompariva Alfred Hitchcock, considerato tra i registi più grandi della storia del cinema: morì a 80 anni a Los Angeles, il 29 aprile 1980. Come disse lui stesso: "Come regista sono etichettato. Anche se facessi 'Cenerentola' il pubblico cercherebbe qualche cadavere nella carrozza". Dalle spy story ai thriller, i suoi film (da "Psycho" a "Intrigo internazionale", "La finestra sul cortile" e "La donna che visse due volte") hanno influenzato generazioni di autori.
“Non filmo mai un ‘pezzo di vita’ perché tutti lo possono trovare senza alcuna difficoltà a casa loro, nelle strade e anche davanti all’ingresso del cinema. Non c’è bisogno di pagare per vedere un ‘pezzo di vita’. Del resto non mi interessano nemmeno i soggetti puramente fantastici, perché è importante che il pubblico possa riconoscersi nei personaggi. Girare un film, per me, significa innanzitutto raccontare una storia. Questa storia può essere inverosimile, ma non deve essere mai banale”. così Alfred Hitchcock aveva sintetizzato il proprio lavoro.
Disprezzato dalla critica, è stato considerato a lungo un mestierante del film di genere. François Truffaut fu il primo ad accorgersi del valore del cinema di Sir Alfred, che punta su stati d’animo, paure, riflessioni sull’oscurità della natura umana costruiti tramite la tecnica cinematografica. Il libro-intervista "Il cinema secondo Hitchcock" sarà alla base della rivalutazione dell’inventore del thriller e della sua giusta collocazione nella storia del grande schermo. Il thriller in fondo ha un concetto molto semplice: è un genere che piace al pubblico e che risponde ad una precisa necessità dell’individuo, provare emozioni. A questa ricetta di emozioni e brividi quasi sempre Hitchcock aggiungerà una forte dose di ironia e un’intreccio romantico.
Hitchcock nasce nella periferia nord-est di Londra, il 13 agosto 1899, secondo di tre fratelli. Cresce in una famiglia cattolica, un’eccentricità nell’Inghilterra protestante, e frequenta un istituto di Gesuiti. Si sviluppa in lui un sentimento di paura morale, dovuto anche alle punizioni corporali che infliggevano i padri Gesuiti. E per ironia della sorte, quel bambino impaurito finirà per terrorizzare milioni di persone con i suoi film. Non solo, a 5 anni suo padre per punirlo di qualche bravata, lo manda al commissariato con un biglietto in cui prega i poliziotti di chiudere il figlio in cella per una decina di minuti. Da qui il timore della polizia e il tema costante del perseguitato durante la sua carriera.
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La sua opera ha attraversato l'intera storia del cinema, dal muto al sonoro e si divide in due parti: il periodo inglese e quello americano, considerato il punto più alto della sua attività con la creazione dei suoi capolavori. Hitchcock ha saputo sperimentare come nessuno: dalla tecnica del MacGuffin (l'oggetto di nessuna utilità reale ma grazie alla cui esistenza si mettono in moto gli eventi) al pathos, dal cameo al 3D ("Il delitto perfetto" è del 1954!). A far da padrone nei suoi film è la suspense (con cui instaurare la complicità e il coinvolgimento dello spettatore), che preferisce di gran lunga all’effetto sorpresa.
In tutto il suo cinema è presente il tema generale, poi declinato, dello scorrere della nostra vita quotidiana che improvvisamente volge all’assurdo ("Gli uccelli"), o al misterioso ("Vertigo",) all’irrazionale o al doppio ("L’ombra del dubbio", "Psyco"). Dietro il normale e apparentemente placido tran tran si nasconde l’imprevisto pericolo ("Delitto per delitto", "La finestra sul cortile") o l’intrigo politico ("L’uomo che sapeva troppo", "Intrigo internazionale").