Alessandro Jacomini: "Ecco come illumino i film della Disney"
© ufficio-stampa
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Il lighting supervisor di "Big Hero 6", nelle sale dal 18 dicembre, si racconta a Tgcom24
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A View Conference, la più importante conferenza europea sul digitale, che si tiene ogni anno a Torino - giunta alla quindicesima edizione - abbiamo incontrato Alessandro Jacomini, lighting supervisor di "Big Hero 6", il prossimo film di Natale Disney che sarà nelle sale dal 18 dicembre. "Illuminare un ambiente complesso come la città futuristica di San Fransokyo ha richiesto il massimo dello sforzo a tutto il team", racconta a Tgcom24.
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In cosa consiste il ruolo di supervisore del reparto illuminazione alla Disney Animation?
La luce deve essere al servizio della storia, serve a sottolinearne i momenti più importanti e ad accompagnare le emozioni che suscita. E' molto importante che non sia invasiva altrimenti rischia di distrarre lo spettatore e di 'farlo uscire' dalla vicenda raccontata. Inoltre la luce serve anche a rendere più realistica possibile l'ambientazione, deve essere calibrata e studiata in base al luogo della scena e lavorare per farlo sembrare reale e, in un certo senso, familiare allo spettatore.
Come lavora ai personaggi? La luce come li caratterizza a seconda delle storie?
Il lavoro che si fa sui personaggi è molto diverso in base alle caratteristiche degli stessi. La luce gioca un ruolo fondamentale nel sottolineare il carattere. Aiuta a evidenziare le caratteristiche principali e peculiari, è in funzione del suo mood. Un personaggio comico viene illuminato diversamente rispetto a uno drammatico, così come il lavoro che si fa su un personaggio 'buono' è sicuramente differente rispetto a quello che si fa su uno cattivo. La luce serve quindi anche a sfaccettare il carattere e a rendere ancora più chiaramente sullo schermo le caratteristiche che permettono al pubblico di riconoscerlo durante lo svolgimento del film.
Ci racconta come ha reso vivo il mondo futuristico di San Fransokyo?
Per rendere al meglio San Fransokyo siamo partiti innanzi tutto da un sopraluogo alle due città che la compongono andando ad individuare gli aspetti principali: le colline, a nebbia, i tram l'archittettura e monumenti principali per San Francisco e la vitalità, il dinamismo la vita urbana veloce per Tokio. Abbiamo riscontrato poi un fattore comune alle due città che è la densità. Da qui siamo partiti e abbiamo fuso i due ambienti lavorando su numerosissimi set. Per rendere reale e appeal questa straordinaria ambientazione e per fa si che fosse funzionale alla storia abbiamo utilizzato un mix di tecniche e piccoli accorgimenti come quello della nebbia localizzata solo in alcuni punti. Le scene notturne ci hanno permesso di caratterizzare l'ambiente in maniera più evidente, vista la possibilità di utilizzare una luce artificiale. Dal nostro sopralluogo abbiamo notato come ogni zona della città di San Francisco sia caratterizzata da colori particolare e specifici e così la Old Down Town è arancione/gialla mentre la zona commerciale e finanziaria ha toni più freddi visto l'ampio uso di led e ancora la zona industriale che ha predominanza di verde.
Il contrasto delle luci in genere determina una scena, nel caso di "Big Hero 6", una commedia ricca di azione, che "trucchi" ha utilizzato?
I trucchi del mestiere sono davvero molti, servono per sottolineare le emozioni di ogni scena così nei momenti drammatici viene fatto un uso più massiccio della luce al fine di enfatizzare il momento mentre nei punti più tranquilli si lascia che sia l'ombra che viene studiata nei minimi dettagli a cullare lo spettatore nella tranquillità.
Cosa c'è di diverso dal lavorare a una storia come Rapunzel o Frozen e a quella di Big Hero 6?
Big Hero 6 è stata una bellissima scommessa. Lo sforzo creativo dietro ad ogni film non cambia. La differenza la fa l'elemento peculiare, quindi se per Frozen rendere il ghiaccio è stato il lavoro più impegnativo, in Big Hero 6 illuminare un ambiente così complesso come la città futuristica di San Fransokyo ha richiesto il massimo dello sforzo a tutto il team.
Un italiano alla Disney, come ci si sente?
Un italiano alla Disney è sicuramente fortunato, ha la possibilità di lavorare ogni giorno fianco a fianco con i geni di questo mestiere, impara le lezioni che arrivano dai grandi classici e lavora per farle evolvere. Contribuire a creare film che si spera regaleranno momenti magici a bambini e famiglie di tutto il mondo è l'aspetto che più mi emoziona del mio lavoro e avere la possibilità di farlo con la Disney è incredibile.