AL CINEMA "SEMPRE MEGLIO CHE LAVORARE"

The Pills: "La crisi dei trenta? Arriva con il latte di soia e la fine del kebab"

Tgcom24 ha incontrato il trio romano fenomeno del Web, che il 21 gennaio debutta al cinema con "Sempre meglio che lavorare""The Pills", dopo il successo sul Web arrivano in tv "

21 Gen 2016 - 14:27

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Per fotografare la crisi dei trentenni ci volevano i The Pills. Dopo essersi imposti come fenomeno del Web a suon di pillole irriverenti; Luca Vecchi, Matteo Corradini e Luigi Di Capua il 21 gennaio debuttano sul grande schermo con "Sempre meglio che lavorare", primo lungometraggio scritto, interpretato e diretto da loro. A Tgcom24 hanno svelato che il film è lo specchio della loro crisi che "per noi è arrivata con il passaggio al latte di soia".

The Pills: "La crisi dei trenta? Arriva con il latte di soia e la fine del kebab"

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Lontani dallo stereotipo dei bamboccioni e distante chilometri dai quartieri alti romani dove si struggono i personaggi mucciniani, in "Sempre meglio che lavorare" i The Pills raccontano la condizioni dei trentenni intrappolati nel limbo della post-adolescenza e ben felici di esserlo.

Un film ricco di citazioni cinematografiche e che vanta la presenza di artisti del calibro di Gianni Morandi e Giancarlo Esposito, villain della serie cult Breaking Bad. Scritto, diretto e interpretato dal trio romano, il film è "molto The Pills, nel bene e nel male. Questo può piacere o essere l'elemento di maggiore critica. Non ci interessava fare un film a tutti costi, volevamo scriverlo e girarlo noi"

Com'è nato il progetto del film?
"La bozza c'era già, era stata pensata come l'episodio finale della serie. Quella puntata poi non l'abbiamo mai girata e abbiamo pensato che potesse essere la base di partenza giusta per il film"

I vostri personaggi affrontano la crisi dei 30 in modi diversi: chi sente la voglia di diventare adulto, chi ritorna adolescente e chi deve fare i conti con un padre social. C'è qualche riferimento reale?
"E' quasi tutto reale (ridono ndr.). Per noi la crisi si è manifestata con la svolta salutista: abbiamo abbandonato il kebab e siamo passati al latte di soia. Fino ai 29 anni non avremmo mai pensato che fosse meglio del latte normale, ma arrivati ai 30 è chiarissimo. E' leggero e ci puoi pure macchiare il caffè"

Nel film compare Giancarlo Esposito, il cattivo di "Breaking Bad". Come l'avete convinto a recitare per voi?

"Siamo andati a casa sua e l'abbiamo riempito di botte, minacciando di non fargli più vedere i figli. Scherzi a parte l'abbiamo contattato in maniera canonica, attraverso la sua agenzia. Sul set era molto disponibile, girava una o due scene e poi si riposava in camper. La verità è che lui è un attore professionista e noi solo degli spiantati (ridono ndr.)"

Sul Web siete nati omaggiando Jarmusch e sul poster ritroviamo Tarantino. Dei grandi del cinema con chi vi piacerebbe lavorare?

"Volendo sognare sicuramente con Alejandro González Inarritu (Birdman, The Revenant ndr.), lo sceneggiatore Charlie Kaufman (Essere John Malkovich, Se mi lasci ti cancello ndr.) e Damien Chazelle (regista di Whiplash ndr.)"

Vi siete confrontati con Web, tv e cinema. Un pregio e un difetto per ognuno di questi mezzi...
"Il pregio del Web è improvvisare con gli amici e fare quello che vuoi, ma te ne prendi anche la piena responsabilità. In tv non decidi tutto, quindi poi sei più scusato se qualcosa va male. Il cinema invece è più rigido con l'improvvisazione, ma il bello è avere una troupe che ti consente di girare scene più complesse"

Avete già nuovi progetti o vi prendete un momento di pausa?
"Per ora siamo in standby, magari ingrana qualcosa di nuovo... Ci rilassiamo un attimo e vediamo cosa ci offrono. Sanremo ci piacerebbe molto (dicono scherzando ndr.). Come presentatore e valletto saremmo perfetti"

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