LA CLIP ESCLUSIVA

"Volevo nascondermi", arriva il film con Elio Germano nei panni di Ligabue

La pellicola è valsa l'Orso d'Argento come miglior attore della Berlinale 2020, Tgcom24 offre una clip esclusiva

04 Mar 2020 - 14:46

"Volevo nascondermi" di Giorgio Diritti vede Elio Germano (Orso d'Argento come miglior attore della Berlinale 2020) nei panni di Ligabue. La pellicola mostra una grande attenzione alla biografia del pittore, sempre alle prese con la sua follia. Immaginifico artista dalla tragica vita nato in Svizzera e cresciuto poi a Gualtieri, in provincia di Reggio Emilia, dove morì nel 1965. Il film arriva nelle sale il 4 marzo, Tgcom24 offre una clip esclusiva.

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Nel cast, oltre a Elio Germano, troviamo anche Oliver Ewy (Ligabue da adolescente), Leonardo Carrozzo (Ligabue da bambino), Pietro Traldi  (Renato Marino Mazzacurati), Orietta Notari (la madre di Mazzacurati), Andrea Gherpelli (il pittore Andrea Mozzali), Denis Campitelli, Filippo Marchi, Maurizio Pagliari, Francesca Manfredini, Paola Lavini e Gianni Fantoni.

LA TRAMA - Toni, figlio di una emigrante italiana, respinto in Italia dalla Svizzera dove ha trascorso un’infanzia e un’adolescenza difficili, vive per anni in una capanna sul fiume senza mai cedere alla solitudine, al freddo e alla fame. L’incontro con lo scultore Renato Marino Mazzacurati è l’occasione per riavvicinarsi alla pittura, è l’inizio di un riscatto in cui sente che l’arte è l’unico tramite per costruire la sua identità, la vera possibilità di farsi riconoscere e amare dal mondo.

“El Tudesc,” come lo chiama la gente è un uomo solo, rachitico, brutto, sovente deriso e umiliato. Diventerà il pittore immaginifico che dipinge il suo mondo fantastico di tigri, gorilla e giaguari stando sulle sponde del Po. Sopraffatto da un regime che vuole “nascondere” i diversi e vittima delle sue angosce, viene rinchiuso in manicomio. Anche lì in breve riprende a dipingere. Più di tutti,

Toni dipinge se stesso, come a confermare il suo desiderio di esistere al di là dei tanti rifiuti subiti fin dall’infanzia. L’uscita dall’Ospedale psichiatrico è il punto di svolta per un riscatto e un riconoscimento pubblico del suo talento. La fama gli consente di ostentare un raggiunto benessere e aprire il suo sguardo alla vita e ai sentimenti che sempre aveva represso. Le sue opere si rivelano nel tempo un dono per l’intera collettività, il dono della sua diversità.

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