Sveva Alviti, il red carpet della madrina del Festival del Cinema di Venezia 81
© IPA
© IPA
A lei il compito di condurre le serate di apertura e chiusura della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica
© IPA
Sveva Alviti è la madrina di Venezia 81. Sarà lei a condurre la serata di apertura, mercoledì 28 agosto, sul palco della Sala Grande (Palazzo del Cinema al Lido), e la serata di chiusura, sabato 7 settembre, quando verranno annunciati i Leoni e gli altri premi ufficiali. Sono tante le strade convogliate nel suo percorso umano e artistico, dagli inizi come modella al lavoro da attrice.
La passione per il cinema e il lavoro da modella Nata a Roma, la prima passione di Sveva Alviti è stata il tennis, che ha iniziato a praticare a otto anni, ma da bambina ha anche studiato recitazione con alcuni tra i migliori insegnanti americani, tra cui la celebre coach Susan Batson. Nel cinema come nel tennis, ha dichiarato all'Adnkronos, "fino all'ultima palla puoi ancora vincere". Da adolescente il tennis è stato accantonato per coltivare invece una carriera da modella che l'ha portata presto a New York. "Mio padre è sempre stato un super appassionato, già da bambina mi vedevo i film di Antonioni, dove c'era anche la mia iconica in assoluto Monica Vitti" dice all'Ansa. Infine l'approdo al cinema e alla tv, con traguardi come la nomination nel 2018 ai Cesar per "Dalida" di Lisa Azuelos e il premio come miglior interprete al Rome Independent film Festival con "Tra le onde" di Marco Amenta (2022).
Lo spirito con cui vive questo debutto in una veste nuova al lido "è sicuramente tanta gioia, voglia di divertirsi, ma sempre attraverso il lavoro di preparazione e tanta voglia di far bene. L'ansia voglio lasciarla a casetta". Più che essere una madrina, "vorrei accompagnare gli attori, i critici, il pubblico, in questi meravigliosi undici giorni di grande cinema. Mi piacerebbe far sentire gli ospiti, a casa, in questa grande famiglia che è la Biennale di Venezia". Al Lido Alviti, classe 1984, il suo debutto l'ha fatto nel 2011 con il corto Alice di Roberto De Paolis, interpretato insieme a Giulia Bevilacqua ed Edoardo Pesce: "Ero felicissima. Alla proiezione in sala Grande, eravamo tutti seduti vicino e quando hanno annunciato i nostri nomi è stato incredibile".
Per lei "Venezia è veramente il Festival del Cinema per eccellenza. Trovo sempre una grande diversità tra intrattenimento, autori, impegno. Anche quest'anno da Wolfs con George Clooney e Brad Pitta alla biografia della Callas in Maria di Pedro Larrain o Campo di battaglia di Amelio". Nelle sue scelte da attrice, "sono sempre attirata da progetti un po' più complessi, più particolari, dove sento di poter dare qualcosa di mio". Le esperienze vissute nello sport e nella moda per lei sono state essenziali: "Accettare di non poter diventare una grande tennista perché non sono abbastanza forte a livello di tenuta emotiva è stato molto duro, ma mi ha dato una forte consapevolezza. Come anche la grande solitudine che ho vissuto a New York imparando a fare un lavoro che non conoscevo. Mi guardavo intorno chiedendomi 'che sto facendo?' Poi ho scoperto invece come fosse un posto magnifico dove potevi essere te stesso, con le tue emozioni. E' stato il momento in cui la mia fragilità è diventata la mia forza, il mio oro che oggi mi porto in tutti i personaggi e nella mia storia. Tutto questo mi aiutato molto anche nell'interpretare Dalida".
Diversi nella sua carriera pure i progetti con temi sociali, dalla violenza di genere nella serie di Arte H24 (tra le protagoniste anche Valeria Bruni Tedeschi e Diane Kruger) alla seconda stagione di "Nudes" sul revenge porn: "Mostra come i nostri smartphone, oltre a fare tante cose belle, possano causare anche tanti danni alla nostra privacy e intimità. E' un progetto che ho amato anche perché ho recitato con Lucia Mascino, la ammiro tanto... le voglio molto bene". Lavorando "fianco a fianco, oltre a divertirci, ci siamo aiutate l'una con l'altra".
© IPA
© IPA
Tra i registi italiani con cui Alviti amerebbe lavorare ci sono i D'Innocenzo e Alice Rohrwacher: "Lei ha un linguaggio più fantasioso e onirico, loro uno stile molto realistico, ma alla base del loro cinema ci sono sempre tematiche molto forti". Intanto, a novembre l'attrice sarà sul set di "The Other Side of Fame" un film americano indie di Erik Bernard che parlerà del metoo, mentre in "Le Chemin du retour" di Fabio Zito "sarò una giornalista che durante un viaggio in Marocco scopre tantissime falde sia nella loro cultura sia nella sua storia personale". Infine l'attrice dedica anche un omaggio ad Alain Delon (padre del suo ex compagno Anthony Delon, ndr), scomparso il 18 agosto: "Mi dispiace moltissimo, è un grandissimo artista, uno dei più grandi attori di sempre. Quello che ci ha donato nel cinema lo terremo per sempre dentro di noi".
© IPA
© IPA