Da fine ottobre il ricco cartellone del teatro milanese che a marzo 2023 compirà 50 anni
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Si rialza il sipario del Teatro Elfo Puccini di Milano. Mentre si avvicina l'anniversario dei cinquant'anni di attività, dal 21 ottobre si apre la stagione 2022-2023 che si intitola "Esci di casa, vieni a teatro", invitando il pubblico a "riconquistare gli spazi comuni e la socialità, la condivisione delle emozioni, della riflessione, del pensiero". Il cartellone si divide tra ospitalità, recenti produzioni e passato, con in programmi diversi spettacoli cult dell'Elfo, da Berkoff a Ginsberg, che verranno riportati in scena con nuove edizioni di testi, per "guardare al futuro, forti della memoria del passato, in un tempo come il nostro nel quale le sospensioni e le terribili accelerazioni della storia non devono sorprenderci nella solitudine".
La stagione dell'Elfo Puccini si apre con "Alla greca", reinvenzione esilarante e smodata del mito di Edipo che Steven Berkoff ambienta nella Londra degli anni della Thatcher. Elio De Capitani riporta in scena uno degli spettacoli che ha più amato quasi trent’anni dopo il suo debutto (nel maggio 1993) per tornare a giocare con le invenzioni linguistiche e stilistiche di questa imprevedibile parodia. Anche "Kaddish" approda per la prima volta in una versione fortemente rinnovata. Ferdinando Bruni aveva portato in scena la poesia di Allen Ginsberg nel 1997, protagonista di un progetto intitolato "Papà, respiro, addio"; poi nel 2019 con Francesco Frongia ne hanno allestito una nuova edizione per la stagione del Teatro Franco Parenti.
Tra gli spettacoli che tornano a vivere dopo decenni "La morte e la fanciulla" di Ariel Dorfman. Diretto da Elio De Capitani nel 1998, allora con Cristina Crippa protagonista, è stato riallestito nel 2021 al Campania Teatro Festival. In occasione dei cinquant'anni dal golpe in Cile, il celebre testo portato sugli schermi da Roman Polanski, torna in scena per emozionare nuove generazioni di spettatori.
Tornano anche spettacoli hanno segnato la storia più recente dell'Elfo Puccini, "Alice underground" creato dalla coppia Bruni/Frongia, un cartoon teatrale che sposa l’artigianalità del disegno e del teatro con le tecnologie video; "Il seme della violenza - The Laramie Project" di Moisés Kaufman, un esperimento dove il lavoro drammaturgico diviene occasione di confronto politico e sociale per un’intera comunità; "Rosso" di John Logan diretto da Francesco Frongia e interpretato da Ferdinando Bruni e Alessandro Bruni Ocaña; "Il vizio dell’arte" di Alan Bennett, esempio di quella drammaturgia in lingua inglese che si è rivelata perfetta per l’ensemble dell’Elfo, interpretato da Ferdinando Bruni, Elio De Capitani e Ida Marinelli. Infine "La numero 13", struggente testo di Pia Fontana che Cristina Crippa aveva portato in scena nel 2009 diretta da Elio De Capitani.
La stagione è ricca anche dal punto di vista delle ospitalità e propone il duo Rezza/Mastrella, che irrompe con il nuovo spettacolo "Hybris", Luigi Lo Cascio che torna da protagonista sul palco della sala Shakespeare con "Pa' lo sconsacrato", una nuova produzione del Teatro Stabile del Veneto dedicata a Pasolini e firmata diretta dal regista Marco Tullio Giordana. Paolo Pierobon è all’Elfo con una produzione del Teatro Stabile di Torino, "Riccardo III", diretta dalla regista ungherese Kriszta Székely. L’Elfo accoglie per la prima volta l’attrice Andrea Jonasson, protagonista di "Spettri "di Ibsen diretto dal regista lituano Rimas Tuminas.
In cartellone anche le riprese di produzioni e successi recenti come "La lingua langue" di Francesco Frongia, interpretato da Nicola Stravalaci, "uno spettacolo-lezione, un’ora divertente d’interrogazioni senza debiti né verifiche, complici articoli di Eco, Calvino, Bartezzaghi, Roscia e il sito dell’Accademia della Crusca, oltre a una sana ignoranza dialettale che provoca ilarità pop automatica"; "Nel guscio", dall’omonimo romanzo di Ian McEwan, e ancora "Miracoli metropolitani" di Carrozzeria Orfeo (presente anche con "Thanks for vaselina"); "La carne è debole" di e con Giuseppe Lanino, "Generico utilité" di e con Umberto Petranca.