L'attore protagonista di celebri film si è confessato in un’intervista al quotidiano "The Guardian"
Durante un'intervista su The Guardian, Tim Roth ha condiviso un drammatico dettaglio della sua infanzia parlando dell'idea dietro a "Zona di guerra" del 1999, suo debutto come regista. L'attore 55enne, protagonista di "Le iene" e "Pulp fiction", ha rivelato che sia lui che il padre subirono abusi sessuali da parte di suo nonno. Nonostante in passato avesse già parlato di questo problema non aveva mai rivelato chi fosse stato il colpevole.
"Lui (riferendosi al padre) ha subìto abusi. Io ho subìto abusi. Ma non è stato lui ad abusare di me. Ho subìto abusi da parte della stessa persona che abusava di lui. Suo padre. Era un maledetto stupratore. Ma nessuno allora sapeva come chiamarlo. Nessuno sapeva cosa fare", ha detto l'attore al quotidiano britannico. E ha aggiunto: "Per questo ho realizzato 'Zona di guerra'". Il lungometraggio racconta infatti la storia di un ragazzino che scopre che suo padre ha violentato sua sorella. Realizzare il film ha aiutato Tim Roth: "Nella tua vita accadono delle cose ma non vuoi considerarti una vittima. Vuoi essere un sopravvissuto e la prima cosa che ti aiuta a farlo e anche a superare queste situazioni è parlarne e trovare un modo per esprimersi".
Nel 1996 l'attore vinse il premio Bafta come miglior attore non protagonista per il suo ruolo in "Rob Roy", che gli valse anche la sua unica nomination agli Oscar.