SI CONFESSA A CUORE APERTO

Tiziano Ferro: "Cerco l'amore vero, non mi interessano le storielle"

Il cantante racconta la parte più intima di sé al settimanale "Grazia"

01 Giu 2017 - 10:23
 © grazia

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E' una confessione intima quella che Tiziano Ferro affida al settimanale "Grazia" che gli dedica la cover. Parla di omosessualità, amore, ex e futuro. Il cantante dichiara di essere single, di cercare una persona ma non a tutti i costi: "Se non arriva non mi accanisco, non colleziono storielle". E il matrimonio? "Ho vissuto la maggior parte della mia vita credendo che non fosse una possibilità per me. Ma ora, certo che ci penso".

Tiziano racconta anche delle difficoltà che ha dovuto superare: "A 28 anni sono andato in analisi perché non riuscivo più a vivere. In un paio d'anni ho capito di essere omosessuale e poi, all'apice della carriera, ho deciso di raccontarlo a tutti". C'è stato anche un momento in cui ha pensato di mollare tutto: "Provavo disagio. Avevo 25 anni. Ero già conosciuto, facevo il mestiere che amavo, ma non riuscivo ad avere le stesse esperienze dei miei coetanei. E mi pesava. Frequentavo i locali di Roma e di Milano, tentavo di fare amicizia, provavo a essere 'figo' e volevo aderire a un modello di vita che non mi apparteneva. E non ero felice".

Così ha lasciato l'Italia e si è rifugiato in Messico, per tre anni, dove ha provato a frequentare anche delle donne: "Il mio però non è sesso fluido, ho le idee chiarissime, sono gay! La verità è che credevo fosse la strada giusta, sono arrivato tardi a capire di essere gay proprio perché amo profondamente le donne".

Ferro cerca l'anima gemella: "Ogni tanto i miei amici mi presentano qualcuno, mi dicono: 'Questo è perfetto per te'. Non funziona mai... Fino a poco tempo fa in coppia ero sempre accondiscendente, non riuscivo a dire tutto quello che pensavo. Così un difetto si ingigantiva. Adesso preferisco non piacere, ma essere onesto".

La storia più importante risale a qualche anno fa: "Era il 2011, la storia è durata quattro anni. E' stata la mia prima relazione, più o meno l’unica. Ci credevo e ho fatto bene. Il trasporto era psicologico, fisico, spirituale. Non si può descrivere, né controllare, era al limite dell’ossessione. Ricordo che siamo andati subito a convivere. Forse oggi non lo rifarei".

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