L'artista scrive una commovente lettera al "Corriere della Sera" in cui racconta la sua fede, la sua rabbia e la sua gioia
Prima c'è stata la rabbia, la delusione e il senso di inadeguatezza. Poi la fede e l'amore. A pochi giorni dall'annuncio del suo matrimonio con Victor Allen, Tiziano Ferro si racconta in una commovente lettera al "Corriere della Sera" e dice: "Sono cattolico e il mio Dio è un Dio simpatico... che non chiede pegno".
Le nozze con Victor Allen, doppie, prima a Los Angeles il 25 giugno e poi il 13 luglio a Sabaudia, sul litorale romano, sono il coronamento di un lungo e sofferente cammino per Tiziano Ferro, che nella lunga lettera al Corriere si apre su fede e omosessualità. "Con il matrimonio Victor entra a far parte della mia famiglia e questa è una verità che non si può tacere", aveva detto il cantante a "Vanity Fair" svelando le sue nozze segrete: "Una verità che, come ai tempi del mio coming out, spero possa essere utile a qualcuno".
Un coming out sofferto e difficile da ammettere, racconta Ferro: "Fino a pochi anni fa nessuno conosceva la mia storia. Solo le chiese, il mio inconscio, i miei quaderni; qualche cuscino, la mia mente e le sue stanze. Solo io, a guardarmi ogni mattina allo specchio, senza apprezzarmi. Per poi ricominciare. Finché ho conosciuto l’amore...".
Tanta però la rabbia, l'amarezza e la delusione che l'artista ha provato negli ultimi anni a causa della disparità di diritti: "Io sono cattolico! Ho sentito dire a tanta gente indignata di fronte alle manifestazioni a sostegno dei diritti degli omosessuali. Il problema è che in questo Paese non crediamo abbastanza in Dio. Preghiamo, ma non ascoltiamo. Aspettiamo il miracolo e negoziamo l’arrivo di una soluzione, in cambio di qualche rinuncia....". E' una fede malata e zoppicante quella che Ferro ammette di aver visto professata dalla maggior parte della gente: "Anch’io sono cattolico. Ma il messaggio che porto nel cuore è quello dell’amore universale, della carità, del soccorso reciproco, del rispetto per tutti, della compassione...". Ed è questa la fede che lui dice di conoscere: "Sono cattolico. Quindi, ho ancora fede. I miracoli? Io il mio lo immaginavo sullo sfondo del Monte Circeo, la mia terra, il mio mare. E poi l’amore, solo amore. Il mio è un Dio che ama, che custodisce, che non chiede pegno. È un Dio simpatico. Un miracolo è tutte le volte che una cosa riesce meglio di come te l’aspettavi. Un miracolo è tutte le volte che la vita è più bella di come l’avevi immaginata. E qualche giorno fa, davanti al mio mare, di fronte al mio monte, il mio uomo e io ci siamo sposati. La cosa è molto più grande di Victor e di me. Riguarda tutti. Riguarda ogni ragazzino nascosto in mezzo agli scaffali di una libreria, con quel libro in mano. Uno su tremila. E riguarda ogni italiano libero, onesto, e innamorato come me di quel Dio simpatico".