Al brano, scritto dai ragazzi, ha collaborato anche Faso, bassista del gruppo Elio e le Storie Tese.
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Tony Hadley canta coi ragazzi del Progetto Giovani dell'Istituto tumori di Milano. Il brano, “I was only sixteen”, presentato oggi nell'aula magna dell'INT è già disponibile sulle piattaforme di streaming e tutto il ricavato dei download digitali della canzone sarà devoluto in favore dell'Associazione Bianca Garavaglia (che ha partecipato alla sua realizzazione e sostiene il reparto) e del Progetto Giovani. Il musicista, icona del pop, che ha prestato la sua incredibile voce fondendola insieme a quella dei ragazzi in coro, è intervenuto con un breve videomessaggio di saluto e ringraziamenti. "Ho accettato immediatamente la proposta", ha spiegato: "Le parole di questi ragazzi mi hanno colpito nel profondo. Questo progetto è davvero unico”." Alla composizione del pezzo ha preso parte anche Faso, bassista del gruppo Elio e le Storie Tese.
Il testo, scritto in inglese, perché possa arrivare a "tutti i ragazzi malati nel mondo", nasce dal podcast "Tratto da una storia vera", realizzato sempre da Progetto Giovani nel 2021. Una selezione di frasi scritte dai ragazzi è stata adattata da loro stessi e messa in musica da Faso, Stefano Signoroni, Giacomo Ruggeri e Tommaso Ruggeri. È nato un brano non facilissimo da cantare per i ragazzi, con le parti da solista per le quali sarebbe stato bello trovare un vero cantante che potesse interpretare nel modo migliore le loro parole. Tony Hadley appunto.
"Quest'anno avevamo l'esigenza di trovare qualcosa di internazionale", ha spiegato l'ideatore e coordinatore dell'iniziativa Andrea Ferrari alla presentazione. "Il fatto di avere avuto Tony Hadley", ha aggiunto il presidente dell'Istituto Marco Votta: "permetterà di avere un ascolto mondiale".
Il brano parla della storia di chi, da un giorno all’altro, deve stravolgere la propria vita e affrontare un percorso inaspettato e difficile, fatto di paure, desideri, voglia di fuggire e, a volte, di incontri fortunati. Si tratta di una ballata struggente e poetica, che racconta il percorso di malattia di questi ragazzi, le loro paure e il loro coraggio. Tutte quelle storie di adolescenti con un tumore, dal momento della diagnosi ("Ero seduto su una sedia davanti ai dottori che parlavano della mia malattia") a quello in cui hanno dovuto svuotare le proprie valigie dei "vestiti per andare a ballare", riempiendole invece di "forza e speranza". Senza dimenticare le notti in compagnia del ‘bip bip’ della pompa della chemioterapia. "C’è molta malinconia e c’è molto ospedale nel testo dei ragazzi", spiega Ferrari: "ma poi c’è anche la scoperta di amici che danno un grandissimo aiuto e sanno indicare la strada giusta, come i compagni di corsia, gli amici trovati qui nel Progetto Giovani. Alla fine, ecco la voglia di andare in bici sotto la pioggia, cantare fino a non avere più voce e ballare fino all'alba”. Un brano che alla fine si trasforma in un inno alla vita, "una canzone per tutti gli adolescenti con tumore nel mondo”.
"Avevo solo 16 anni quando mi hanno detto che dovevo andare. E non si è mai pronti per un viaggio come questo". Comincia così "I was only sixteen". Il momento della diagnosi è stato "la prima volta in cui ho visto i miei genitori avere paura" racconta Camilla, una delle autrici del brano: "Fino a che non ho visto il loro sguardo, non mi ero resa conto davvero di ciò che stava per accadere. Ho capito che dovevo essere forte, non soltanto per me stessa". Con Progetto Giovani "mi sono veramente sentita capita da qualcuno della mia eta' che avesse provato ciò che stavo provando io", spiega un'altra paziente del centro. "Vedere ragazzi che avevano già finito le cure - dice invece Giorgia - mi ha dato una prospettiva sul futuro che in quel momento non avevo". Con la canzone "I was only sixteen", cosi' come per le iniziative degli anni scorsi, "vediamo il risultato, ma manca il percorso", sottolinea Andrea Ferrari. "Lo stare insieme ogni mercoledì pomeriggio, ridere, mangiare, scherzare. È questa l'anima vera di questo progetto".
E' dedicato ai pazienti adolescenti malati di tumore con un obiettivo di cura globale dei vita dei pazienti. La musica, la fotografia, la moda, la scrittura, il cinema hanno un ruolo importante, offrendo ai ragazzi occasioni di condivisione e di leggerezza, ma soprattutto strumenti innovativi per raccontare le loro storie. In passato sono già stati sviluppati altri progetti, tra questi le canzoni “Palle di Natale” e “Sei tu l’estate”, il progetto fotografico “La ricerca della felicità”, il fumetto “Loop, indietro non si torna” e i video di “Tumorial”.