E' uscito il nuovo album del cantautore romano che la prossima estate tornerà in tour negli stadi
di Massimo Longoni© Giulia Parmigiani
Ultimo pubblica "Alba", il suo nuovo album che contiene e prende il titolo dalla canzone con cui ha partecipato al Festival di Sanremo piazzandosi al quarto posto. Un album che rappresenta una decisa sterzata rispetto al precedente lavoro, "Solo". "In quel caso mi guardavo dentro e volevo rimanere chiuso in me stesso - spiega a Tgcom24 -, qui invece voglio raccontarmi alla gente". A luglio Ultimo sarà protagonista di un nuovo tour negli stadi.
Ultimo torna con "Alba", nuovo progetto discografico e secondo prodotto dalla sua etichetta Ultimo Records. E' il frutto di un anno di viaggi del cantautore romano, con canzoni che sono nate tra Los Angeles, Londra, Roma e la Sicilia. Per Ultimo "Alba" è rinascita, è guardarsi dentro e voler ricominciare, è un nuovo inizio a cui ognuno ha il diritto di poter ambire. Una rinascita ripartita in qualche modo dal palco del Festival di Sanremo dove il cantautore è tornato per presentare la title track del disco. "Sono tornato a Sanremo per dimostrare, dopo tutte le polemiche che ci sono state, quanto io sia riconoscente a quel palco e quanto creda che sia importante per la mia carriera e chiudere un cerchio. In più volevo portare questa canzone che è qualcosa di diverso da tutto quello che ho fatto in precedenza e così volevo mostrare un altro aspetto di me".
Una canzone senza la classica struttura strofa ritornello, ma è un crescendo continuo...
Sì, perché il suo sviluppo segue il sorgere del sole. E' comunque tutto collegato, anche il fatto che come batteria c'è il mio battito del cuore, che abbiamo registrato e messo in produzione. Perché il battito mi riporta a un aspetto primordiale della vita. La canzone è un viaggio che piano piano sale, con questo battito che aumenta e va a chiudere sulla disillusione.
Qual è il significato del testo?
Sono tutte delle domande che faccio a me stesso per immaginarmi migliore di quello che sono e poi alla c'è una disillusione con la frase di chiusura "ti immagini se tutto questo fosse la realtà?", perché non è così. E' una canzone nel bene e nel male unica per me, non ne ho altre con una struttura così.
L'album è partito da questa canzone?
Sì, è stata la prima che ho scritto. Finito il tour dell'anno scorso ero alle isole Eolie, su una spiaggetta, ho scritto questa ed è stato come aprire un rubinetto, quando l'acqua inizia a fluire piano e poi arriva in tutto il suo flusso. Ho sbloccato qualcosa.
Rispetto al resto del disco come si colloca?
Come ho detto, in maniera unica. Anche perché a differenza di "Solo", che era un concept sulla salute mentale e della solitudine, qui ogni canzone fa storia a sé. Ogni brano ha una propria identità e personalità.
"Alba" ha aperto questo processo creativo. Quale canzone lo ha chiuso?
"Titoli di coda", che è l'ultima canzone dell'album. Si tratta di un brano che parla della fine di qualcosa ma non significa che è finita. Mi piace il concetto che stai vivendo la fine, i titoli di coda.
Se "Alba" è stato l'inizio, a fine tour, significa che il disco è nato in tempi piuttosto brevi...
Sì, avevo solo una canzone che era già pronta da prima, che è "Nuvole in testa", ma il 99% del disco è stato realizzato nei mesi tra l'estate e inizio autunno.
E' usuale per te comporre in questi tempi?
Io scrivo molto, mi viene naturale. Poi alla fine di un periodo con un impegno forte come quello del tour negli stadi mi sono sentito molto libero, svuotato. Poi sono andato a Londra un mese e mezzo e anche lì sono nate delle canzoni, come "La pioggia di Londra" e "Tornare a te". "Vieni nel mio cuore" invece l'avevo scritta a Los Angeles.
Il precedente album "Solo" era la fotografia di un periodo psicologicamente pesante per te. Il grande successo del tour della scorsa estate ti ha aiutato a liberarti anche degli ultimi dubbi?
Sicuramente mi ha aperto dei canali, come è nata "Alba" è significativo. Le parole sono arrivate di getto, quasi io fossi solo un tramite e non la stessi scrivendo io. E' stato persino troppo naturale. E aver rivisto la gente, i suoi occhi, mi ha riattivato sicuramente delle cose dentro che mi hanno portato a scrivere di getto.
Scrivere un album dai toni molto diversi.
Ci sono pezzi più "up", ci sono sonorità più aperte. Penso a pezzi come "Sono pazzo di te" o "Tu". Ci sono persino influenze r'n'b. La vera differenza con "Solo" è che in quel caso mi guardavo dentro e volevo rimanere chiuso in me stesso, qui invece voglio raccontarmi alla gente.
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"Alba" è un disco diverso a partire dalla copertina, decisamente minimale. Come mai questa scelta?
E' nata dalla voglia di mettere al centro le canzoni. La prima idea era di fare una copertina bianca con un puntino rosso. Poi ho pensato che forse un po' troppo e allora al posto del puntino abbiamo messo un sole, che è quello dell'alba. Inoltre dopo quattro album in cui c'era la mia faccia in copertina ho pensato che era arrivato il momento di levarmi un attimo di torno...
A Sanremo ti abbiamo visto la prima sera cantare in piedi a fronte palco, poi esibizione dopo esibizione sei sempre più stato al pianoforte. Cosa rappresenta per te questo strumento?
E' un compagno insostituibile. Pensa che l'anno prossimo, quando compirò 28 anni, saranno vent'anni che suono il piano. E' tutto per me, io vivo al piano. E continuo a studiarlo per scoprire cose nuove.
E' uno strumento che nella musica di oggi sembra un po' fuori moda e anche grandi cantautori, come Antonello Venditti o Claudio Baglioni, a un certo punto della carriera lo hanno messo un po' da parte. Tu come lo vedi il futuro?
Per il futuro credo sia normale provare cose nuove. Non si può sempre fare un disco piano e voce, anche se in ogni album almeno un paio di pezzi così io ce li metto sempre.
Quali sono i tuoi ascolti in questo periodo?
Sempre il cantautorato italiano e poi sono in fissa da sempre con John Mayer. Del cantautorato italiano mi piace molto l'intimità che ha.
A luglio tornerai negli stadi. Hai già pensato a come sarà lo spettacolo?
Sicuramente ci saranno le canzoni di "Alba" anche se a me non piace fare "il tour del disco". Per me è importante tutto il percorso. "Alba" è arrivata grazie anche a "Giusy" che ho scritto a 15 anni ed è uscita nel primo disco. Poi sicuramente il mio concerto sarà molto carnale e minimale, non ci saranno effetti speciali. Le canzoni sono quelle che contano davvero, perché mi sono reso conto che la gente non viene solo per ascoltarti ma anche per ascoltarsi. Intorno a una canzone spesso c'è un mondo.
Il tour Ultimo Stadi 2023 "La Favola Continua…", per il quale sono già stati venduti oltre 260mila biglietti, partirà dallo Stadio Teghil di Lignano Sabbiadoro il 1° luglio (data zero), proseguirà allo Stadio Olimpico di Roma il 7 (sold out), 8 (sold out) e 10 e si concluderà allo Stadio San Siro di Milano, il 17 e 18 luglio.