Earl Simmons, questo il vero nome, era ricoverato a New York dal 2 aprile. I suoi cari: "La sua eredità vivrà per sempre"
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Il rapper americano Dmx è morto a 50 anni dopo essere stato ricoverato il 2 aprile a New York per un attacco di cuore provocato da un'overdose. Dmx, il cui vero nome era Earl Simmons, era in stato vegetativo dal momento del suo ricovero. Da anni soffriva di dipendenza dalla droga e diverse volte è stato costretto a cancellare concerti in seguito a ricoveri in centri di disintossicazione.
"Un guerriero che ha combattuto fino alla fine" - A dare la notizia della sua morte è stata la sua famiglia, che di lui ha detto: "Earl era un guerriero che ha combattuto fino alla fine. Amava la sua famiglia con tutto il cuore e apprezziamo il tempo che abbiamo trascorso con lui. La sua musica ha ispirato innumerevoli fan in tutto il mondo e la sua eredità iconica vivrà per sempre".
Star dell'hip hop, candidato ai Grammy e disco di platino 4 volte con l'album del debutto "It's Dark and Hell is hot" (1998), Dmx non aveva mai tenuto nascosti i suoi problemi con la droga. Come egli stesso raccontò, la sua prima esperienza fu a 14 anni quando fumò crack. Nel 2019 decise di ricoverarsi in un centro di disintossicazione.
Cresciuto negli Yonkers, periferia di New York, ebbe un'infanzia piuttosto difficile tra abusi fisici e abbandono da parte dei genitori. Difficoltà che lo portarono ad essere violento e impulsivo. Finì anche in galera. La sua salvezza arrivò con la musica, l'hip hop. Gli inizi furono come dj e il suo nome d'arte deriva dalla drum machine digitale Dmx, ma è anche l'acronimo di "Dark man X".
"Ho imparato che dovevo affrontare le cose che mi ferivano - disse in un'intervista -. Non avevo qualcuno con cui parlare. Nei quartieri nessuno vuole ascoltare. Parlare dei tuoi problemi è considerato un segno di debolezza. Invece è la cosa più coraggiosa che puoi fare". Da cristiano, Dmx leggeva la Bibbia tutti i giorni e credeva nell'amore di Gesù.
Era padre di 15 figli, l'ultimo nato nel 2016: i primi quattro avuti dalla moglie Tashera Simmons, sposata nel 1999, da cui divorziò dopo undici anni, gli altri frutto di relazioni extra coniugali o occasionali.
Dopo il successo del primo album, il suo secondo, Flesh of my flesh, Blood of my blood, uscì nello stesso anno e divenne tre volte disco di platino. Sulla copertina Dmx appare ricoperto di sangue. In tutta la sua carriera ha pubblicato otto album ed è stato candidato tre volte ai Grammy.