Il cantautore pubblica un nuovo lavoro accompagnato da un manuale che lui stesso definisce "un’esondazione dell’album"
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Vasco Brondi pubblica il nuovo atteso album "Un segno di vita", che segna il ritorno discografico a distanza di tre anni da “Paesaggio dopo la battaglia”, che è stato il primo album che l'artista aveva pubblicato a suo nome dopo la conclusione del progetto Le Luci Della Centrale Elettrica. Ad accompagnare il suo ultimo lavoro il “Piccolo manuale di pop impopolare”: un libro di avventure che ruotano attorno alla scrittura e alle registrazioni, tra viaggi, concerti, incontri e riflessioni. "Questo disco è pieno di fuochi, fuochi di segnalazione di una vita di passaggio, incendi nei boschi e nei cuori, fuochi da custodire che bruciano e illuminano. Il fuoco che ci ha cambiati quando i nostri lontani antenati umani hanno in qualche modo imparato a gestirlo", racconta Brondi che dal 5 aprile sarà in tour nei club.
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A tre anni dal suo ultimo disco, il cantautore racconta: "E come non mai, questo album sembra così lontano e diverso dall'ultimo a livello musicale e tanto più vicino ai miei primi lavori: per me approcciarmi a un disco nuovo è come togliere uno strato in più e andare nel profondo. Uno dei privilegi nel fare questo mestiere è l'evolversi, e parte dell'evoluzione è aprirsi sempre di più". Scritto da Vasco Brondi, l'album è un disco figlio della volontà di raccontare la contemporaneità e popolato di persone, alberi, laghi e vulcani, incontrati durante il corso delle sue sessioni di scrittura.
"Credo che il mio genere, anche quando è pop, sia pop impopolare. E mi piaceva l'idea di misurarmi, anche con quella durata, i tre minuti di una canzone, ma provare a forzarne i confini dall'interno, a metterci dentro parole che normalmente non entrano nelle canzoni, trasformare anche le canzoni in dei mezzi di trasporto, delle macchine del tempo e dello spazio, pieno di luoghi geografici, di storie, di persone in ricerca e quindi però stando dentro alla forma canzone".
"Ci ho lavorato tre anni, e di questi tempi sembra un tempo insostenibile, ma per me è un modo inevitabile di lavorare, seguendo il flusso che arriva, quando arriva: io cerco di mettere sempre dentro l'attualità con un scintilla di eternità e questo porta via tempo - continua ancora Brondi -. Mi sembra che abbiamo introiettato un modello che è quello delle macchine, e da noi ci si aspetta di sostenere gli stessi ritmi. Con il rischio che si rimanga delusi. Le canzoni non possono essere pensate come oggetti di design o come il modello all'avanguardia di un'auto: non mi interessa e non sono capace. A me serve la scintilla. Faccio mia una visione di Andrea Pazienza: bisogna essere schiavi della propria arte, e non datori di lavoro del proprio talento".
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"Illumina tutto" è stato il primo singolo del nuovo album, pubblicato l'1 marzo. Un brano che vive di umanità ed empatia. La canzone segue il fil rouge del disco, nel quale un elemento ricorrente è il fuoco, che brucia, ma può anche fare luce e illuminare soprattutto i tempi bui. "Illumina tutto è un credo, uno strano credo, ma ognuno ha il suo. È la storia di qualcuno che parte con tutti pronostici contro e un fuoco dentro che brucia ma illumina tutto. Di qualcuno che grida 'Arrivano i nostri' anche se poi non arrivano i nostri. C'è il mondo al di là degli schermi, la vita e la morte dei santi, il risveglio improvviso dei vulcani. La fame e la sete di vita. L'amore, gli archi e le chitarre distorte", racconta Vasco Brondi.
Per accompagnare l’ascolto del disco, Vasco Brondi ha scritto il “Piccolo manuale di pop impopolare”, pubblicato con l’album nelle edizioni limitate di vinile e cd: un libro di avventure che ruotano attorno alla scrittura e alle registrazioni, tra viaggi, concerti, incontri, riflessioni. Un vero e proprio romanzo di formazione ma di un disco, un diario di bordo che raccoglie tutto quello che è esondato dalle canzoni. "Una sorta di racconto di formazione, in cui le cose immaginarie diventano reali. In questo disco ho tolto tanto, e lo considero una sorta di Best of, nel libro, che è autonomo rispetto ai brani, è rimasta traccia di tutte quello che è esondato fuori dalle canzoni. Dopo 15-16 anni che faccio dischi, è l'esperimento più ardito che potessi fare".
Con otto date già sold out, Vasco Brondi questa primavera sarà in tour nei club con “Un segno di vita”: il cantautore è infatti atteso 5 aprile a Livorno (The Cage - sold out), l’11 aprile a Roncade (New Age - sold out), il 12 aprile a Bologna (Estragon - sold out), il 14 aprile a Milano (Magazzini Generali - sold out), il 16 e il 17 aprile a Roma (Largo Venue - sold out), il 18 aprile a Napoli (Duel Club), il 19 aprile a Cosenza (Unical), il 24 aprile a Senigallia (Mamamia), il 26 aprile a Perugia (Urban), il 4 maggio a Bologna per una seconda data (Estragon), il 7 maggio a Torino (Hiroshima - sold out) e, infine, l’8 maggio (sold out) e il 9 maggio a Milano (Magazzini Generali). "Ho molta voglia di suonare, anche perché questo è un disco facile da portare dal vivo, essendo molto movimentato - dice ancora Brondi -. E poi a me, a differenza di ciò che succede generalmente, ovvero espandere la musica in modo orizzontale, interessa una traiettoria verticale che parte dal nostro nucleo e arriva verso l'alto, andare in profondità e non in numeri".