Al Teatro della Cooperativa di Milano dal 13 al 23 febbraio
© Luisa Bigiarini
"Forse non siamo fascisti, ma ce lo fanno credere…". Da questa riflessione e dal desiderio, alle soglie del suo sesto decennio, di capire chi è, chi è stato e da dove viene, Walter Leonardi porta in scena il suo nuovo spettacolo, "Quella volta che mia zia fece scappare Matteotti". Al Teatro della Cooperativa di Milano, dal 13 al 23 febbraio, in prima nazionale, uno spettacolo fatto di ricordi, ironia ed emozioni, tre racconti e mezzo che ripercorrono la storia dell'attore e regista e della sua famiglia dall’inizio del ‘900 ad oggi, accostandosi alla storia del nostro Paese.
© Luisa Bigiarini
Non c’è un eroe e nemmeno un drago da sconfiggere o una principessa da salvare, in questo spettacolo apparentemente senza un inizio e nemmeno una fine, c'è la vita, di Leonardi però e della sua famiglia, non molto diversa da quella di molti altri. E ci sono Matteotti, Moro, Pasolini, il Muro di Berlino, il G8 di Genova, che stanno in sottofondo, ma neanche troppo, alle vicende della zia Ida e dello zio Sile, di mamma Arnalda e di papà Ennio Enrico, di Walter adolescente e adulto. E poi gli anni ’40 a Milano e nonno Fortunato che accendeva i lampioni in Piazza del Duomo ogni sera. Lo sfollamento a Galliate, paesino del novarese dove Walter ha vissuto. Il muro di Berlino visto da lontano. E un modo personalissimo di dire: “Viva l’Italia antifascista!”, che, a distanza di 100 anni dalla nascita dei suoi genitori, sente ancora il bisogno di urlare.