Il cantautore che ha partecipato al Festival di Sanremo con il brano "Stupido" ha pubblicato il suo primo album. Tgcom24 ne ha parlato con lui
di Massimo Longoni© Ufficio stampa
E' "Manchester" il primo album Will e sarà disponibile in fisico e digitale da Venerdì 10 febbraio. Il giovane artista, reduce dal Festival di Sanremo dove ha presentato il brano "Stupido", affronta lo scoglio dell'album di debutto mettendo dentro tutto se stesso. "Ci sono le mie radici e quello che sono - spiega a Tgcom24 -. Inoltre fino a oggi avevo pubblicato soprattutto ballate, mentre nell'album ho voluto inserire anche qualcosa che rappresentasse il mio lato più divertente e scanzonato".
Will, al secolo William Busetti, è una delle penne più originali della nuova scena pop urban contemporanea. A poco più di 20 anni si è fatto notare con la sola forza della sua musica e delle sue parole sfruttando i social per costruirsi un percorso via via sempre più affollato. Ma se quello è stato il trampolino di lancio, adesso sono arrivati passaggi più tradizionali come Sanremo e ora il primo album.
Cosa rappresenta per te l'uscita di "Manchester"?
Questo è il mio primo progetto, che mi racconta più di ogni cosa fatta fino ad ora. Sono felicissimo di raccontare questa parte di me. Poi è dedicato alla mia parte inglese. Poi la musica è quella che mi porto dietro da tre anni, spero si capisca quanto di me c'è dentro questo album.
Le tue radici familiari quanto hanno inciso sulle tue radici musicali?
Sono quegli ascolti che ti restano dentro. Mentre eravamo in van diretti a Sanremo sono partiti i Doors e mi sono ricordato della musica che ascoltavo da piccolo, quando mio papà e mia mamma mettevano i dischi la mattina, prima che io andassi a scuola. Banalmente quelle melodie ti restano proprio dentro e quando scrivo sicuramente la mia mente un po' va a ripescarle. Poi ovviamente ho i miei ascolti, che comprendono un sacco di musica italiana. Per il resto mi piace molto il modo di essere artisti di Justin Bieber ed Harry Styles.
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A Sanremo hai portato "Stupido". Cosa rappresenta all'interno dell'album?
E' nata prima di tutte le altre canzoni, è uno dei pezzi più vecchi. E' una di quelle canzoni che tieni per le occasioni speciali e alla fine questa è arrivata. Sentivo che era un pezzo speciale perché nella sua semplicità è ultra maturo e universale nei concetti che esprime. Ed è la prima volta che sperimento una cosa del genere su una mia canzone. Spesso i brani sono mirati sulla mia esperienza e quindi ci sta che possano non arrivare a tutti.
Ti sei fatto conoscere attraverso i social e YouTube. Essere catapultato in un contesto tradizionale come quello sanremese come è stato?
Io ho sempre pensato solamente alla musica. TikTok e i social sono arrivati quasi per caso e sono stato un mezzo utilissimo per farmi conoscere, ma io mi concentro sempre e solo sulla parte musicale, forse anche esagerando. A Sanremo, al Festival della musica italiana, mi sono sentito a casa, nel posto giusto.
"Manchester" racconta di te. C'è tra le canzoni qualcuna particolarmente personale?
Diciamo che fino a oggi avevo pubblicato soprattutto ballate, mentre nell'album ho voluto inserire anche qualcosa che rappresentasse il mio lato più divertente e scanzonato. Sicuramente "Luce" è il pezzo più intimo, quello che più parla di me.
A maggio avrai tre date live. Hai già pensato come saranno?
Ho già fatto un mini tour che mi ha sorpreso per la risposta della gente. Per me vedere le persone che sono lì per te e cantano le tue canzoni è la cosa più emozionante. Io, come dicevamo, sono diventato popolare sui social e tutti quei numeri, per quanto importanti, restano qualcosa di virtuale. Ho già la mia idea di tour ben definita e sono sicuro mi divertirò, sperando che questa emozione arrivi al pubblico.