Oscar, Will Smith colpisce Chris Rock
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Il popolo del web insorge a favore dell'attore ostracizzato per dieci anni da ogni evento del massimo organo di governo di Hollywood
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Dopo che Will Smith è stato bandito per 10 anni da qualsiasi evento dell'Academy, a causa dell'aggressione nei confronti di Chris Rock durante la notte degli Oscar, Chris Rock continua a tacere, come altre star di Hollywood. A parlare invece sono i fan dell'attore di "Man in Black" che sono insorti in Rete: punizione esagerata, provvedimento razzista. Reazioni e proteste alla sanzione che ha colpito il neo-premio Oscar con un unico comune denominatore: l'ipocrisia di Hollywood.
I fan di Smith sono arrabbiati soprattutto perché misure simili non sono state prese, ma neppure pensate, per altri reprobi della mecca del cinema, e in particolare contro i "predatori" bianchi, a partire da Harvey Weinstein che continua a tenere l'Oscar pur essendo stato condannato a 23 anni di prigione dopo aver aggredito e stuprato una ottantina di donne. Weinstein e Roman Polanski, a onor del vero, e così anche il comico televisivo Bill Cosby, sono stati espulsi dall'Academy al tempo del #MeToo. Will Smith aveva spuntato quest'altra punizione quando aveva restituito la tessera dell'organizzazione. Niente espulsione o sospensione, dunque, ma solo il "disinvito" decennale. Sui social prosegue la litania di nomi che, a detta dei fan, non sono stati umiliati allo stesso modo: tra questi Kevin Spacey, Casey Affleck, Woody Allen, James Franco, James Toback, mai estromessi a dispetto di accuse di molestie sessuali, o, come nel caso di Mel Gibson, violenze sulla partner ed espressioni antisemite.
Intanto il Board ha comunque deciso di non revocare l'Oscar vinto dall'attore il 27 marzo per il ruolo del padre delle sorelle Williams nel film "King Richard - Una famiglia vincente". L'interprete potrà inoltre essere candidato in futuro e vincere altre statuette: questo potrebbe accadere già il prossimo anno se gli studi Apple non si sfileranno dal suo prossimo progetto, il thriller sulla schiavitù "Emancipation", diretto da Antoine Fuqua, che dovrebbe uscire nei prossimi mesi. Smith si era dimesso il primo aprile dall'Academy, spuntando in questo modo l'arma che i 54 Governatori del massimo organo di governo di Hollywood avevano in tasca per punirlo di aver guastato la serata più importante dell'anno per il cinema americano.
Alla vigilia della riunione dei membri del Board (tra questi Steven Spielberg, Whoopy Goldberg, Laura Dern), erano circolate voci di una spaccatura tra i Governatori sull'opportunità di revocare il premio a Smith, ma questa strada è apparsa presto non percorribile anche alla luce del fatto che la stessa misura non è mai stata presa: né per Weinstein, condannato a 23 anni per aggressioni e stupri, né per il regista Roman Polanski, latitante in Francia dal 1978 per timore di finire dietro le sbarre per un caso di violenza sessuale su una minore. Nel pronunciarsi contro Will Smith, l'Academy si è a sua volta cospersa il capo di cenere: "Durante la diretta non abbiamo affrontato la situazione come avremmo dovuto. Per questo ci scusiamo. Sarebbe stata l'opportunità per dare un esempio ai nostri ospiti e ai nostri spettatori, ma abbiamo fallito, rimanendo impreparati di fronte a un fatto senza precedenti".
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