Speciale Sanremo 2025, tutto quello che c'è da sapere sul Festival
A SANREMO 2025

Willie Peyote con "Grazie ma no grazie": "Prendo in giro il conservatorismo dilagante e la paura dei cambiamenti"

L'artista torna a Sanremo a 4 anni dalla prima volta e presenta il nuovo album "Sulla riva del fiume"

di Luca Freddi
09 Feb 2025 - 13:03
 © Chiara Mirelli

© Chiara Mirelli

Willie Peyote salirà sul palco del Teatro Ariston per portare la sua “Grazie ma no grazie”, il brano inedito in gara nella sezione Campioni della 75esima edizione del Festival di Sanremo. L'artista che si è distinto negli anni per un sapiente mix di rap, funk e cantautorato diretto e irriverente in bilico tra ironia e sarcasmo tornerà al festival a 4 anni di distanza dalla sua prima fortunata partecipazione nel 2021, quando la sua “Mai dire mai (la locura)” gli ha regalato il Premio della Critica Mia Martini, il disco di Platino e la sesta posizione nella classifica finale.

La settimana della kermesse sarà anche l’occasione per pubblicare, il 14 febbraio, “Sulla riva del fiume”, 12 tracce che raccolgono la prima parte del progetto pubblicato solo in digitale ad aprile 2024 (che suona con la sua verve ipoteticamente al centro di un incrocio tra bisettrici liriche e sonore che passano per Frankie hi-nrg e Ghemon) e 4 inediti tra cui il brano in gara. A Tgcom24 ha raccontato il nuovo brano, il ritorno da protagonista in Riviera e la collaborazione con Federico Zampaglione e Ditonellapiaga sulla cover di Franco Califano che porterà nella serata di venerdì.

Com'è questo brano? Raccontacelo. Come lo descriveresti?

E' una lista. Strutturato un po' a lista di pensieri e di situazioni a cui io costantemente vado a rispondere. O meglio il protagonista della canzone risponde "Grazie ma no grazie". In generale se volessimo riassumerlo è un testo che in realtà cerca di prendere in giro il conservatorismo dilagante, questa paura dei cambiamenti, questa cosa che non si può più dire niente, la paura che ci limitino nella comunicazione, la paura degli asterischi che ci rovinano la lingua italiana. E' un po' una presa in giro di questa atmosfera di conservatorismo che sento dilagare nel Paese e che arriva anche da persone non in là con l'età ma anche da persone giovani.

La tua è la canzone politica di questa edizione del Festival. E' importante essere politici per te?

Devo dire che la parola "politica" o "politico" come aggettivo è sempre brutto, ormai suona male ormai dal 1992 in poi abbiamo un brutto rapporto con la politica. Quindi secondo me se considerassimo la politica come affrontare i temi della vita quotidiana e dell'aspetto anche sociale e civile di ciò che ci circonda, allora ti dico che essere politici nella propria vita è importante. Se no, visto l'accezione che ha spesso nel nostro modo di parlare, ti direi che è più un'attenzione all'attualità, e a un racconto di noi della vita quotidiana che in parte prescinde dall'amore. Ci sono tante cose oltre l'amore che ci succedono nella vita.

Perchè hai deciso di tornare a Sanremo, cosa rappresenta per te?

Ti dico la verità: è un po' la canzone si sceglie Sanremo, come era successo con "Mai dire mai" e succede che la canzone in qualche modo ti ci porta. In generale ho accettato di buon grado la partecipazione perché ho un ricordo della prima partecipazione che era un po' monc. Perché il 2021 è stato un anno strano, non si poteva uscire, non ho potuto godermi fino in fondo tutta la vita che c'era in giro per le strade fuori dal teatro e anche incontrare le persone. Quindi volevo vivermi l'esperienza nella sua totalità

Sei stato a Sanremo nel 2021, che fase della tua carriera sono state queste partecipazioni. Che poi nel 2021 non eri un novellino, anzi avevi alle spalle un pezzo di carriera cospicua

Sicuramente sono due momenti diversi. Il 2021 arrivava anche dopo un 2020 difficile per me con il tour interrotto con un disco che stava andando molto bene che viene spezzato dall'avvento della pandemia. Oggi arrivo con più consapevolezza, e in quattro anni ho capito meglio certe cose, conosco meglio me stesso, mi sento di essere tornato anche nella mia produzione artistica nel posto giusto. Sono molto fiero anche del disco che uscirà a ridosso di Sanremo. Insomma sono più consapevole. Ecco, la differenza forse è che nel 2021 ci arrivavo per caso a Sanremo, inaspettatamente anche per me. In questo caso invece ci siamo arrivati più preparati, sia io che tutta la squadra.

Già che ne hai accennato, ci puoi anticipare qualcosa sul nuovo album in uscita che comprende anche le canzoni pubblicate nel 2024? "È un disco più di pancia che di testa" avevi detto un anno fa. In cosa si differenzia dai tuoi precedenti?

Ti ringrazio della domanda, e confermo la frase, visto che è più di pancia che di testa nel senso che le canzoni si sono scritte in maniera più naturale, con meno esercizio di pensiero e più libertà. Anche musicalmente è un disco che ritorna un po' alle origini di dischi vecchi. Nella mia testa è il disco che completa la trilogia sabauda, quindi è un disco fratello di "Educazione sabauda" e di "Sindrome di Toret" e si torna a tanta musica suonata, registrata, tutti insieme, composta con i musicisti. Quindi è proprio una natura sua che richiama più al passato. Gli ultimi due dischi prima di questo ma soprattutto "Pornostalgia" anche per il periodo in cui è stato concepito era molto più di testa perché in qualche modo ci si era mossi meno, si guardava al futuro in un modo difficile, perché non c'era per certi versi un vero e chiaro futuro davanti a noi. Invece questa volta è stato scritto con più leggerezza.

Come hai scelto il brano e le collaborazioni per la serata delle cover e duetti?

Il brano l'ho scelto innanzitutto perché è uno dei miei pezzi preferiti in assoluto della canzone italiana e trovo che sia un meraviglioso esempio di quanto si può essere bravi a scrivere le canzoni in Italia. Riesce a coniugare la poesia con la decadenza, il racconto di sé senza mai celarsi, dicendo tutta la verità, ma riuscendo a mantenere anche un racconto poetico. E quindi secondo me è meraviglioso. Una volta scelto il brano, Federico Zampaglione non poteva mancare perché è parte integrante della storia di quel brano lì, l'ha suonato lui per primo e cantato col maestro Califano. Quindi sai, avere Federico era anche un certificato di idoneità alla cosa. Poi c'è ovviamente Margherita Ditonellapiaga che è una meravigliosa performer, una grande cantante e lavorare con lei è sempre bello. Quindi mi faceva piacere che fosse con me anche in questa esperienza.

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