Con un lunghissimo post sui social l'uomo racconta i fatti avvenuti nel giorno della presunta violenza...
© ipa
Moses Farrow, 40 anni, figlio adottivo di Woody Allen, scende nuovamente in campo per difendere il padre dalle accuse di abusi sessuali della sorella Dylan, puntando il dito invece contro la madre Mia Farrow per abusi nei confronti dei suoi figli adottivi. In un lungo post pubblicato sul suo blog e poi su Twitter, Moses ripercorre i fatti accaduti il giorno della presunta violenza, mettendo tutto in dubbio. Immediata la replica dei fratelli: "Sei malato"...
Moses Allen aveva già dato la sua versione dei fatti nel libro di Eric Lax Woody Allen dall'inizio alla fine, ma adesso che il clima attorno alla spinosa questione degli abusi in quel di Holywood e dintorni, non è più così infuocato, ha voluto scendere nuovamente in campo in difesa del padre.
Come noto, Dylan Farrow ha accusato il celebre regista newyorkese di aver abusato sessualmente di lei, nell'agosto 1992, quando aveva sette anni. Ma il premio Oscar è stato scagionato dalle due diverse inchieste condotte all'epoca. Quel giorno, racconta ora Moses Farrow nel lungo messaggio, erano presenti con Woody Allen, in casa di Mia Farrow nel Connecticut, tre persone, due bambinaie e un guardiano, che erano stati tutti avvertiti di non lasciare il regista da solo con i bambini perché l'attrice aveva scoperto la sua relazione con l'altra figlia adottiva, Soon-Yi. Anche Moses, che all'epoca aveva 14 anni, si preoccupava di controllare il padre, su indicazione della madre.
"Nessuno di noi avrebbe lasciato Dylan uscire (dalla stanza) con Woody, anche se lui ci avesse provato", ha assicurato. Moses mette anche in dubbio che ci sia stata l'aggressione in soffitta. Dylan Farrow ha raccontato che cercava di giocare con un trenino elettrico quando Woody Allen la raggiunse e l'aggredì. Ma la soffitta era stretta, piena di vestiti vecchi, con chiodi sporgenti e soprattutto non c'era alcun trenino elettrico", sostiene Moses, che osserva anche: "Dylan era rimasta da sola con Woody nel suo appartamento innumerevoli volte nel corso degli anni, senza il minimo cenno di scorrettezza. Ora alcuni vorrebbero far credere che lui, a 56 anni, abbia improvvisamente deciso di diventare un molestatore di bambini, in una casa piena di persone ostili e che lo controllavano come falchi?".
I've written this piece about my family, my childhood and the truth about my mother... and I wanted to share it with you. #truthislouder https://t.co/PGzskJ2jyS pic.twitter.com/pLb8htRwgn
— Moses Farrow (@MosesFarrow) 23 maggio 2018
Nell'"arringa" Moses illustra anche il quadro familiare "disagiato" di Mia Farrow, che tanto avrebbe influito sui suoi comportamenti: il padre, John era un "noto alcolista e donnaiolo", uno dei fratelli era in carcere con l'accusa di pedofilia e un altro, Patrick, era morto suicida nel 2009. Ribadisce poi il clima di "terrore" e "paura", che Mia aveva diffuso tra i figli, dopo aver scoperto che Woody aveva avuto una relazione con Soon-Yi, tra maltrattamenti e intimidazioni, nel tentativo di indurli ad avere una pessima visione del padre.
Negli ultimi paragrafi della lettera il figlio di Woody Allen parla a coloro che sono "convinti della colpevolezza del padre" ricordando loro che è stato denunciato solo da un'ex compagna arrabbiata e furiosa e agli attori che hanno lavorato con lui e che hanno avuto fretta di unirsi al coro di condanne nei suoi confronti per paura di non essere dall parte giusta del movimento sociale, accettando l'isteria dei social basta su accuse screditanti e errate. Considerate che io ero là in quella casa, in quella stanza".
Poi si rivolge alla sorella Dylan dicendole: "Come te credo nel potere della parola. Ho rotto il silenzio sugli abusi inflitti da nostra madre. La mia guarigione è cominciata solo allontanandomi da lei e ciò che ti ha fatto è riprovevole".
Infine si rivolge alla madre: "Una cosa che hai sempre apprezzato di me è stato il mio sapere ascoltare. Ti ho ascoltato per anni e ho ritenuto la tua verità al di sopra di tutto. Una volta hai detto che no è sano e bello vivere nel rancore. Adesso a 26 anni di distanza eccoci qui. So che dopo questa lettera inizierai una campagna di discredito nei miei confronti, è un fardello che posso sopportare...è ora che questo castigo finisca".
Immediate le repliche sui social dei fratelli Dylan e Ronan: "Moses è una persona disturbata".