Il regista si difende a tutto campo, spiegando con la solita ironia che "non l'avrei mai fatto in soffitta, soffro di claustrofobia"
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"Non ho molestato Dylan. Le volevo bene e spero che un giorno capisca che sua madre l'ha privata della possibilità di avere un padre che l'amava e che è stata sfruttata da una madre più interessata alla sua rabbia personale che al benessere della figlia". Così il regista Woody Allen, accusato sul New York Times dalla figliastra Dylan di aver subito abusi da lui quando aveva sette anni, replica e rilancia.
Woody Allen si difende a tutto campo, iniziando con lo spiegare che "non l'avrei fatto nella soffitta, soffro di claustrofobia" e proseguendo con le affermazioni di Ronan, l'unico figlio biologico nato dalla sua relazione con Mia Farrow, che di recente non ha escluso di essere figlio di Frank Sinatra. "E' vero, somiglia a Sinatra - ha sottolineato il regista -. Ma se è così, cosa significa? Che durante la battaglia sull'affidamento, lei ha mentito sotto giuramento affermando che Ronan era figlio nostro? Anche se non è di Frank, la sola possibilità solleva il dubbio che andasse a letto con Sinatra mentre stavamo assieme. Senza parlare di quel che ho pagato in alimenti. Mantenevo il figlio di un altro?".
Per Woody Allen, il ritorno delle accuse del clan Farrow è particolarmente insidioso: il regista ha un film, Blue Jasmine, candidato agli Oscar e le votazioni dei giurati sono alle porte.