La moglie dell'ex Beatles ha citato in tribunale un'azienda polacca che vendeva bibite etichettandole come "John Lemon"
"Abuso dell’eredità di John Lennon per vendere soda", è questa l'accusa con la quale Yoko Ono, moglie dell'ex Beatles, ha fatto causa, tramite i suoi avvocati, ad una azienda produttrice di bibite polacca. La sua colpa? Le sue bevande, distribuite in 14 paesi europei, si chiamano, anzi si chiamavano, “John Lemon”. Per evitare la messa al bando dei prodotti e il pagamento di una multa la Mr. Lemonade Alternative Drinks ha cambiato infatti il nome da "John Lemon" a "On Lemon”...
Il gioco di parole con il nome dell'ex Beatles era stato naturalmente un ottimo veicolo commerciale per la piccola azienda polacca. Ma Yoko Ono non ha gradito e ha chiesto al Tribunale dell’Aja un risarcimento da 5mila euro per ogni giorno di permanenza sul mercato delle bottiglie di “John Lemon” e 500 euro per ogni singola bottiglia venduta. "Siamo un consorzio di startup e non abbiamo gli strumenti per affrontare una persona con un patrimonio simile", ha spiegato il fondatore dell'azienda, Karol Chamera. Da qui la decisione di correre ai ripari, cambiando il brand da “John” a “On Lemon”.
Per fortuna l'agguerrita Yoko Ono non se la prese con Bart e Milhouse dei "Simpson" quando, in una puntata, esplorando la collezione di reperti beatlesiani di Ned Flanders trovarono una lattina di "John Lemon" e cominciarono un bel trip psichedelico. E nemmeno con Armando Testa, che nel 1995 ideò l'originale campagna pubblicitaria per Esselunga, in cui un limone indossava occhialini rotondi e diventava appunto John Lemon, in chiave tutta ortofrutticola.