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Zucchero, ecco "Discover": "Il mio primo album di cover con le canzoni che avrei voluto scrivere io"

Con la partecipazione di Bono, Elisa, Mahmood e un inedito duetto virtuale con Fabrizio De Andrè 

17 Nov 2021 - 10:38
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© Daniele Barraco
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"'Discover' è un disco mio, anche se le canzoni che contiene non sono state scritte da me. Con rispetto, le ho spogliate e rivestite secondo la mia personalità e sensibilità...". Così Zucchero "Sugar" Fornaciani presenta il suo nuovo album, primo progetto di cover con la partecipazione di Bono, Elisa, Mahmood e un inedito duetto virtuale con Fabrizio De Andrè.
Composto da 13 tracce, reinterpretazioni totalmente inedite e mai pubblicate, esce a due anni di distanza dall’ultimo disco “D.O.C.”: "Era da molto tempo che pensavo ad un album di cover e i brani scelti sono l’ultima scrematura di una selezione che inizialmente comprendeva circa 500 tra le canzoni che ho amato di più nella mia vita", racconta l'artista.
 

"Una cover per me ha senso se viene personalizzata a tal punto da sembrare una tua canzone e "Discover" l'ho vissuto così, come se fosse un album di canzoni scritte da me", aggiunge Zucchero sottolineando come i 13 brani presenti nel disco (+ 5 tracce bonus nella versione box) rappresentino "esattamente quel che sono io e le mie due anime in musica: la miglior tradizione melodica italiana e le più profonde radici (roots) afroamericane".

E allora ecco "Fiore di maggio" di Fabio Concato, "una delle prime canzoni che ho scelto per la melodia tipicamente italiana" dice Zucchero, e poi una toccante ed intensa "Ho visto Nina volare" con un "cameo", come lo definisce lo stesso cantautore, del grande Fabrizio De André: "Questa canzone me l'aveva segnalata Dori Ghezzi dicendomi che c'era qualcosa di me dentro a quel testo e le ho dato retta. L’abbiamo fatta la prima volta a Genova per il tributo a Faber. Aveva ragione, sebbene io e Fabrizio apparteniamo a mondi musicali diversi, è vero, in questa canzone ho trovato qualcosa di mio, una sensualità che ho sentito vicina e così l'ho fatta mia... Ma ho voluto far entrare la voce di Fabrizio come un vento caldo dietro la schiena che mi fa andare in ottava".

Per la canzone cantata con Bono invece, "Canta la vita (Let your Love Be Known) Zucchero spiega di averla ascoltata durante il lockdown su YouTube e di averla subito molto apprezzata per il messaggio che lanciava: "Bono spiegava di essere stato ispirato dagli italiani nel periodo del lockdown e ho trovato bello questo volgere in positivo un momento così difficile, cantando sui balconi".  

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C'è un velo di malinconia, che unisce come un fil rouge, le tredici canzoni, niente brani aggressivi o "tirati", spiega Zucchero, che attribuisce i toni più pacati del disco anche e soprattutto alla situazione legata al Covid, di cui si dice davvero "stanco": "Sta durando un po' troppo questa cosa qui, non se ne può più. Noi abbiamo dovuto rischedulare 150 date nel mondo già due volte. Bisognerebbe davvero porre una fine a tutto questo e, sebbene io sia convinto che tutti debbano fare ciò che si sentono di fare, bisognerebbe farla finire e l'unico modo e vaccinarsi. Io mi sono vaccinato, ma per la musica faccio questo e altro".  E del suo periodo in lockdown aggiunge: "A casa sto benissimo, ma dopo un po' - confida scherzosamente - mi sembra di invecchiare precocemente e vorrei evitare questo processo". 

Nel disco anche Elisa in “Luce (Tramonti a nord est)”, canzone del 2001,  di cui scrisse l'inciso, contribuendo a convincerla a cantare in italiano e ad andare al Festival di Sanremo, che poi vinse, e Mahmood in “Natural blues”, versione di Moby del brano “Trouble so hard” di Vera Hall, scelta dallo stesso Mahmood a cui Zucchero aveva proposto una serie di canzoni: "Trovo che la sua voce sia davvero particolare, con un timbro blues che mi è piaciuto sin da quando l'ho ascoltato per la prima volta".

E a proposito di giovani promesse se c'è qualcuno tra le nuove leve con cui amerebbe collaborare adesso, quelli sono i Maneskin: "Volevo fare Honky Tonk Women degli Stones con loro ma erano in giro, però potrei scrivere per loro. Appena li ho visti a Sanremo e all'Eurovision ho mandato loro i complimenti" ha detto Zucchero: "Sono davvero forti, hanno riempito un vuoto nel rock, con quel piglio trasgressivo e irriverente, che ha ridato smalto ad un genere un po' annacquato dal troppo politically correct, e non vedo l'ora di vederli dal vivo".

 

E mentre si prepara, Covid permettendo, al maxi evento della prossima primavera quando salirà sul palco dell'Arena di Verona e ci resterà dal 25 aprile all’11 maggio e per quello a Berlino alla Mercedes Benz Arena con Eric Clapton a fine maggio, Zucchero ha anche doppiato uno dei personaggi del film di animazione 'Sing 2', in uscita il 23 dicembre: "Mi sono divertito il mio personaggio, Clay Calloway, è un leone ex rockstar che ha deciso di ritirarsi, ma che viene spinto a tornare. Mi ci sono ritrovato... È un po' burbero, come me". 

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