E' stato forse l'arrivo di Luis Enrique sulla panchina catalana a spingerlo a cambiare squadra per la prima volta
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E' entrato nella cantera blaugrana ad 11 anni. Xavi Hernandez Creus, conosciuto da tutti come Xavi, dopo essere diventato il giocatore più vincente della storia del Barcellona lascia la Catalogna per sbarcare al New York City. Che la storia calcistica del centrocampista cervello e motore del tiki-taka del Barça non sarebbe finita in blaugrana lo si era capito da qualche mese, nonostante un contratto firmato fino al 2016. Da quando si erano diffuse le voci di un suo possibile approdo nei lidi più adatti per finire una carriera senza troppi problemi, come il Qatar. E sembra essere stato l'arrivo di Luis Enrique, tra l'altro un suo ex compagno di squadra, a fargli prendere la decisione definitiva. La direzione, però, non il Qatar ma gli Stati Uniti, dove ritroverà l'ex compagno David Villa, come ha anticipato il quotidiano spagnolo Sport.
“Ricevo la palla, passo, ho la palla, passo, ho la palla, passo, ho la palla, passo” - Parole sue, è il tiki-taka, la principale tendenza calcistica degli ultimi anni. E lui è stato l'architetto di quella ragnatela di passaggi rasoterra che ha fatto la fortuna di Barcellona e Spagna. Nel gioco si intende alla perfezione con Iniesta. Il loro è un rapporto particolare e giocano con i numeri invertiti: Vavi ha il 6 nel Barça e l'8 in nazionale, Iniesta viceversa. In campo diventa l'anima dei blaugrana ma fuori non fa notizia. Sposato con la giornalista Nuria Canielleria. Il matrimonio un anno fa nel Jardìn Botànico di Blanes, in provincia di Gerona.
Nato nel 1980, muove i primi passi a Terrasa - Ad una manciata di chilometri da Barcellona. A 11 anni entra nella cantera blaugrana. Ecco, quindi, tutta la trafila delle giovanili, ma riesce presto ad attirare le attenzioni dell'allora allenatore del Barça, Van Gaal, assistito da un certo Josè Mourinho, che lo fa esordire nella Coppa di Catalogna a nell'agosto 1998. Uno strano scherzo del destino quello di Val Gaal: ai mondiali brasiliani guida l'Olanda che umilia 5 a 1 le furie rosse nella prima gara del torneo. Nel 2002-2003 diventa titolare. La prima stagione da pilastro del suo Barcellona non è molto fortunata, ma ben presto arriveranno ben sette scudetti in pochissimi anni.
Balza agli onori delle cronache nel 2004 - Nel finale di partita segna il gol vincente contro il Real Madrid: era dal 1997 che il Barcellona non riusciva a battere gli odiati rivali castigliani. La nazionale spagnola lo aveva visto esordire pochi anni prima: nel 2000 assieme al suo eterno compagno al Barça Carles Puyol. Nel 2008 è il miglior giocatore dell'Europeo vinto dalla Spagna e nel 2010 è protagonista assoluto della nazionale che conquista in mondiale sudafricano. Il pallone d'oro, però, non arriva e non mancano le polemiche: per un soffio Messi lo strappa a lui, e all'altro finalista Iniesta.