alle radici del mito

Gli ultimi giorni del Grande Torino a LisbonaUn documentario racconta la storia inedita

Valentino Mazzola e compagni si recarono in Portogallo l'1 maggio del 1949 per disputare, due giorni dopo, l'amichevole col Benfica. Il 4 maggio il tragico ritorno e lo schianto a Superga. Un film ricostruisce le giornate lusitane degli "Invincibili" rivelando particolari finora sconosciuti. Tgcom24 ha incontrato i due autori del documentario

di Domenico Catagnano
04 Dic 2012 - 10:30
 © Tgcom24

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Si è scritto tanto del Grande Torino e di Superga, degli "Invincibili", del "solo il fato li vinse", degli eroi che, come la tragedia greca insegna, muoiono giovani. Sono passati 63 anni da quello schianto, ma ancora forte è il legame tra i tifosi e quella magnifica squadra, diventata mito ed essenza dell'amore verso il Toro. E un atto d'amore è quello che ha spinto Andrea Ragusa, torinese (e torinista), da qualche anno in Portogallo, e Nuno Figueredo, portoghese e tifoso del Benfica, a scavare nei ricordi e nelle memorie per raccontare gli ultimi giorni dei giocatori del Grande Torino, quelli trascorsi a Lisbona per la loro ultima partita prima di imbarcarsi per il volo fatale. I tre giorni in Portogallo rappresentano per certi versi il tassello mancante di tutta la storia. Ragusa e Figueredo, per un anno, hanno rintracciato persone, spulciato giornali, raccolto testimonianze per ricostruire ciò che accadde tra il primo e il 4 maggio di quel 1948. Il risultato è "Benfica-Torino 4-3", un documentario che emoziona e commuove, l'ultima pagina del testamento degli "Invincibili".

Un omaggio, non un addio al calcio
"Quella in Portogallo -racconta Ragusa- fu una partita che, come molti riportano, pensavamo fosse stata organizzata per l'addio al calcio di Francisco Ferreira, stella del Benfica e della nazionale e amico di Valentino Mazzola, che aveva conosciuto tempo prima a Genova per l'amichevole Portogallo-Italia. E invece no, il match, come scrivono i giornali portoghesi dell'epoca, era un semplice omaggio a Ferreira, che continuò a giocare ancora per parecchio tempo e magari poteva farlo anche al Toro, visto che a quanto pare era stata avviata una trattativa per portarlo in Italia. Allora i giocatori non erano professionisti, non c'erano sponsor e queste amichevoli di lusso venivano organizzate per guadagnare qualcosa in più grazie agli incassi". 


La "cena della fratellanza"
Toro battuto, in quell'amichevole, ma mai domo: passa in vantaggio con Ossola, subisce la rimonta, va in gol anche Bongiorni, poi chiude Menti, allo scadere, su rigore, per il definitivo 4-3. Sarà quello dell'ultimo gol della storia del Grande Torino. "Prima di quella partita -racconta ancora Ragusa- i giocatori si erano rilassati a Estoril, dove alloggiavano all'Hotel Palace trascorrendo diverso tempo alle terme. Proprio allo stadio Paraya di Estoril tennero il loro ultimo allenamento. Dopo la partita le due squadre si riunirono per una "cena della fratellanza" nel prestigioso ristorante Alvalade di Lisbona, e di quella serata siamo riusciti a trovare qualche foto".
Tra gli ozi di Estoril e la cena di gala, il match. "I portoghesi conoscevano bene il Torino, e c'era molta attesa per quella partita - afferma Figueredo -, abbiamo trovato una signora che venne allo stadio da un paesino vicino Lisbona a piedi. A proposito dello stadio, si è scritto è che l'amichevole fosse stata giocata al De Luz, che però fu costruito nel '55. Il match si disputò invece all'Estadio Nacional do Jamor". 
 
Da Torpedo Torranense e Torino Torranense
Di quella partita nel documentario ci sono le testimonianze dei giovani giocatori del Benfica di allora, le riserve Artur Santos e Josè Bastos, e soprattutto quella di Rogerio Lantres de Carvalho detto Pipì, funambolica ala destra, autore del quarto gol dei lusitani, l'ultimo subito da Bacigalupo. "Pipì ha 90 anni ma è lucidissimo - afferma Ragusa -, ricorda quella partita spettacolare, giocata senza marcature strette e con pochi falli, ricorda la cena della fratellanza, di come i giocatori tra di loro fossero diventati amici e degli scambi di regali di quella serata. Ma soprattutto ricorda la tragedia, il grande dolore personale, come se avesse perso un familiare". Anche Lisbona in quei giorni si commosse per quanto successo a Superga, in centinaia manifestarono la loro vicinanza al dramma davanti all'ambasciata italiana. Sull'onda emotiva si pensò di realizzare una statua che ricordasse quella partita, ma poi non se ne fece nulla. "Tuttavia abbiamo scoperto qualcosa di curioso che ancora oggi lega quella tragedia al Portogallo -ricorda ancora Ragusa-. In Alentejo, nel sud del Paese, una squadra di Torrão cambiò il proprio nome da Torpedo Torranense a Torino Torranense, e così si chiama ancora adesso. O ancora abbiamo scoperto che il figlio del guardalinee di quell'incontro, Jaime Gameiro Pereira, tiene vivo il ricordo di quei giorni nel suo blog".
 
Il Benfica ricorda
Anche nel museo del Benfica ci sono testimonianze tangibili della partita. C'è la "Coppa Olivetti", il trofeo messo in palio per l'occasione da una società portoghese legata proprio all'Olivetti, ci sono una statuetta della Mole Antonelliana, un cofanetto e un portasigarette, dono della delegazione torinese, il gagliardetto dei granata di quella partita e alcune foto di quei giorni appartenute a Ferreira.
Nel documentario di Ragusa e Figueroda non ci sono aerei distrutti, bare e funerali. "La tragedia sta inevitabilmente sempre sullo sfondo, ma volevamo che a parlare fossero solo le immagini e le voci dei testimoni che abbiamo trovato - affermano- per restituire il ricordo di momenti vivi, tangibili". Come vivo e tangibile è il Grande Torino, nel cuore e nella memoria dei suoi tifosi e di chi ama il calcio, oggi meno poetico e più freddo rispetto al passato, che per scaldarsi ha bisogno di storie come quelle degli Invincibili. Che, ironia, della sorte, persero proprio l'ultima partita della loro storia. Un paradosso, un segno, una maledizione, se così vogliamo chiamarla, contro la quale i tifosi del Toro si misurano ancora oggi.

                                                                                                                                                  


Scheda Tecnica
Benfica-Torino 4-3
di Andrea Ragusa e Nuno Figueiredo
prodotto da: Figura Film e Pgm Video
montaggio: Massimo Gasole
musica originale: Mauro Carrero
Durata: 58 minuti
con la partecipazione di: Rogério "Pipí", Artur Santos, José Bastos, Vítor Cândido, Rui Tovar, Nuno Domingos, David Sequerra, Jaime Pereira, Rosalina Lopes Gomes, Luís Lapão, Carla Maroso, Domenico Beccaria, Giampaolo Muliari, Piero Gay, Andrea Gatta, Alberto Helder, Nuno Lobo
con il patrocinio dell'Associazione Memoria storica granata e Museo del Grande Torino (Grugliasco, To)

Il dvd sarà in vendita dal 6 dicembre presso il Granata Store di Piazza Castello a Torino, oppure online al sito www.granatastore.it (andando sul sito si possono vedere tutte le modalità per ordini e tutto) o chiamando il numero  011 542348.


 

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