Le due star europee del ring a Tgcom24: "L'Italia è una grande piazza per combattere"
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A quasi un mese di distanza da Wrestlemania, l’evento più importante dell’anno per il mondo del wrestling, la Wwe ha fatto tappa in Italia durante il lungo e consueto tour europeo di aprile che ha permesso ai tantissimi fans del Vecchio Continente di ammirare e seguire da vicino le superstars più famose del pianeta. Migliaia di chilometri percorsi e venti spettacoli in altrettante città non hanno sfiancato la resistenza degli atleti, che anche a Bologna e Trieste hanno dato vita ad eventi di buon livello per la gioia degli appassionati di tutte le età. Alla Unipol Arena di Casalecchio, infatti, il pubblico italiano, che ha riempito l’arena per un sorprendente tutto esaurito, era suddiviso in famiglie con bambini, tifosi sfegatati degli assenti John Cena e Rey Mysterio, e adulti amanti della vecchia generazione, rimasti fedeli agli spettacoli proposti dalla federazione più longeva e importante al mondo. Quella stessa Wwe capace di guadagnare, grazie alla recente Wrestlemania 29, la bellezza di 72 milioni di dollari tra biglietti e pay per view venduti, eventi promozionali e introiti pubblicitari. In Italia, dove il wrestling mantiene un discreto seguito dopo i grandi successi degli anni scorsi, è rimasta una buona fetta di mercato che la Wwe non vuole lasciarsi sfuggire. A testimoniare l’attesa per l’evento felsineo la nutrita folla di appassionati fuori dall’albergo cittadino che ospita atleti, dirigenti e staff tecnico (un centinaio di persone in tutto) per ottenere una foto o un autografo da conservare come un cimelio. E’ poco il tempo a disposizione tra una tappa e l’altra, anche per le interviste programmate a due superstars che negli Stati Uniti hanno trovato fama e successi come Sheamus e Wade Barrett. Il primo, irlandese doc, ha ottenuto brillanti affermazioni saltando la consueta gavetta. Il primo titolo mondiale all’esordio battendo John Cena, poi altri importanti riconoscimenti fino alla mitica Royal Rumble, edizione 2012.
“E’ stato sicuramente il mio più grande successo – rivela Sheamus a Tgcom24 – anche se ritengo sia difficile dimenticare il debutto a Wrestlemania nel 2010 contro Triple H. Ma una parte importante della mia carriera è cominciata proprio qui, nel vostro paese. Nel 2007 firmai il mio primo contratto con la Wwe a Milano prima di esibirmi dal vivo. Ero emozionato come un bambino, era un sogno che si realizzava. Devo dire che ho già fatto molte cose buone in questi anni, anche se manca la ciliegina sulla torta: un match, uno contro uno, contro Undertaker”. Sheamus ha un passato quanto meno curioso: nel periodo scolastico fu un ottimo giocatore di calcio gaelico (in cui squadre di 15 giocatori calciano o colpiscono di pugno una palla sferica), si è cimentato nel rugby prima di lavorare come addetto alla sicurezza in locali notturni ed aver fatto da guardia del corpo al connazionale Bono, cantante e leader degli U2. “Tantissime esperienze positive – spiega il Celtic Warrior – comprese alcune parti da attore in serie televisive. Mi hanno formato, in particolare giocare al football gaelico mi ha fatto crescere e diventare una guida per i compagni di squadra. Non rinnego nulla, nemmeno l’esperienza con Bono. Il mio compito era quello di stargli accanto e proteggerlo da persone inopportune e troppo fastidiose. E la mia stazza era un ottimo biglietto da visita per chiunque!”. Irlandese purosangue, Sheamus apprezza i fans italiani e il loro modo di godersi lo spettacolo: “In ogni parte del mondo che visitiamo il pubblico è differente: c’è chi preferisce l’intrattenimento e chi vuole sentirsi parte dell’azione. Posso dire che il vostro paese ha una base solida che si chiama Santino Marella! Lui è uno dei migliori intrattenitori che abbia mai visto su un ring. So che gli italiani lo apprezzano molto ma ci sono altri mille motivi per seguire uno show come il nostro. Divertimento, azione, sentimenti, storie coinvolgenti ed avvincenti, tutto concentrato in uno spettacolo in cui noi facciamo del nostro meglio per regalare emozioni a chi ci osserva. Personalmente credo di farlo bene. Ricordo i miei genitori che negli anni Ottanta guardavano in televisione atleti del calibro di Hulk Hogan e Ultimate Warrior. Cerchiamo di portare avanti quella filosofia, in un vero e proprio Social Event, giorno dopo giorno”. Sheamus elogia lo Shield, gruppo di tre atleti debuttanti che sta sorprendendo gli appassionati: “Ho combattuto spesso contro di loro, sono molto uniti e sempre focalizzati sull’obiettivo. Stanno avendo un successo straordinario, decisamente più elevato di tante stable del passato, Nexus compreso. Ma sono molto curioso di vederli singolarmente. Solo così sarà possibile capire dove potranno arrivare”.
In Wwe è in atto un forte ricambio generazionale con tanti giovani atleti alla ribalta: è il caso di Wade Barrett, inglese del Lancashire, campione intercontinentale e autore di prestazioni eccezionali con mostri sacri del calibro di Randy Orton, John Cena e CM Punk. “Ho le idee chiare – sostiene – sono arrivato qui con l’obiettivo di essere una top star e diventare il primo campione del mondo inglese. Anch’io provengo da una scuola eccezionale come quella britannica, di primo livello grazie ad atleti del calibro di Dynamite Kid, British Bulldog e William Regal. Mi sento pronto al salto di qualità per fare felici i fans del mio paese”. Un passato nel Nexus che non rinnega: “Ci siamo divertiti parecchio, in quel periodo non ero in grado di andare avanti senza un supporto ma ora sono maturato e vado avanti con le mie forze””. E la sensazione di piacere al pubblico italiano, nonostante l’atteggiamento arrogante e presuntuoso che si lega al suo personaggio: “E’ molto bello venire in Europa perché vengo supportato tantissimo, specialmente in casa – ammette – in Italia c’è molta attesa per vederci e la gente non nota moltissimo la differenza tra buoni e cattivi. Preferisce tifare per il suo beniamino a prescindere e questo lo adoro”. La storia di Barrett è molto particolare: prima di prendere la strada del wrestling e dell’intrattenimento, era un feroce lottatore di Bare Knuckle Boxer, pugilato a mani nude praticato nelle periferie inglesi di Liverpool e Londra: “Dopo essermi laureato in biologia marina ho scoperto di avere questa particolare ‘attitudine’. Ero abbastanza bravo anche se mi confrontavo con gente fortissima che mi ha lasciato segni evidenti sul viso. All’inizio l’ho fatto per denaro, ero una macchina da soldi. Ma con il passare del tempo ho capito che dovevo cambiare registro, pensare alla mia vita e a cambiare totalmente stile. E così ho iniziato ad allenarmi duramente come wrestler per porre fine a quelle esperienze”. Il calcio è la vera passione del lottatore inglese: “Adoro il vostro campionato, anche se sono tifoso del Preston. I miei primi ricordi sono legati a Paul Gascoigne, un calciatore di assoluto livello molto famoso in Gran Bretagna che ha giocato nella Lazio. Ricordo il Mondiale 1990 disputato in Italia, la semifinale persa con la Germania e le partite della Nazionale italiana con Baggio e Schillaci, fantastici. Attualmente avete squadre fortissime come Inter, Milan, Juventus, Roma anche se in Europa fanno fatica così come le inglesi a favore di spagnole e tedesche. Spero che il prossimo anno ci sia la rivincita!”.