Il giudice sportivo dovrebbe punire i cori anti-napoletani, ma metà partita è stata caratterizzata dal gemellaggio dei tifosi. Sembra impossibile uscire da una situazione ormai insostenibile
Forse, Gianpaolo Tosel, meglio noto come "il giudice sportivo", è rimasto vittima della sindrome di Stoccolma. Ovvero, si è innamorato di una decisione - quella di punire i tifosi protagonisti dell'ormai famigerata (e fantasiosa) "discriminazione territoriale" - che fa male al calcio senza dare la possibilità al calcio di difendersi. Ad oggi, ad aver pagato con la chiusura delle curve gli insulti/sfottò rivolti ai tifosi avversari sono state Juventus, Inter, Milan e Roma. Le prossime tifoserie che finiranno in castigo sono (rieccoci!) quelle di Roma e Inter. Sempre che non arrivi un contrordine. Nerazzurri e giallorossi, infatti, hanno fatto reclamo: domenica c’è il derby della Madonnina, e giocarlo con la Nord vuota è un’idea che non piace a nessuno (Milan compreso). Che farà Tosel? Annullerà la squalifica (smentendo se stesso), la sospenderà (da vecchio democristiano) o la confermerà (andando così incontro a chissà quale “rappresaglia”)? Vedremo. Intanto, mercoledì sera, lo Juventus Stadium ha dato vita all’ennesima provocazione.
Contagiati dall’euforia dei fantastici tifosi dell’Avellino che hanno vissuto come una festa anche il 3-0 subìto, i supporters bianconeri hanno passato il secondo tempo a consolidare il loro gemellaggio con gli ultras “avversari” cantando in continuazione “tornerete, tornerete, tornerete in serie A” e applaudendo più volte lo show che i 3mila irpini hanno regalato al gelo di Torino. Nel mezzo, è partito (ovviamente, verrebbe da aggiungere) qualche coro anti-Napoli. Che farà Tosel? Richiuderà lo Stadium come deciso di fare dopo Juve-Napoli dello scorso 10 novembre? Consegnerà una medaglia ai tifosi bianconeri per aver inneggiato alla squadra avversaria per 45 lunghissimi minuti? Farà finta di niente, come quando i napoletani si auto-presero in giro con quel famoso striscione “Napoli colera”? Farà finta di niente, come quando i tifosi del Napoli hanno cantato cori sull’Heysel allo Stadium? Farà pace con se stesso, insomma? Troverà una scappatoia per non far finire le società definitivamente sotto ricatto da parte degli ultras? Troppe domande, nessuna risposta. Perché per sconfiggere certe sindromi non c’è soluzione. Bisogna curarsi…