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Doping Juve: le tappe della vicenda

Dalle parole di Zeman all'assoluzione

26 Nov 2004 - 14:26

Assoluzione per Antonio Giraudo, amministratore delegato della Juventus, condanna ad 1 anno e 10 mesi per Riccardo Agricola, medico della società bianconera. La sentenza chiude un processo aperto quasi tre anni fa. Si parte il 31 gennaio 2002, quando il giudice Giuseppe Casalbore respinge tutte le eccezioni della difesa. Vittorio Chiusano, all'epoca presidente della Juventus e difensore di Antonio Giraudo, chiede invano l'immediato proscioglimento poichè la legge in vigore al momento del rinvio a giudizio non contempla i comportamenti contestati dal pubblico ministero Raffaele Guariniello. Respinte anche le istanze presentate da Luigi Chiappero, legale Agricola. Gli imputati devono rispondere delle accuse di illecito sportivo e somministrazione di farmaci pericolosi formulate al termine dell'inchiesta cominciata nell'estate del 1998.
La vicenda nasce, oltre sei anni fa, dalle dichiarazioni di Zdenek Zeman. In un'intervista all'Espresso, il tecnico boemo sostiene, tra l'altro, che "il calcio deve uscire dalle farmacie" e non nasconde il proprio stupore per le "esplosioni muscolari" di alcuni giocatori. "Uno sbalordimento che comincia con Gianluca Vialli e arriva fino ad Alessandro Del Piero. Io che ho praticato diversi sport - dice Zeman - pensavo che certi risultati si potessero ottenere solo con il culturismo, dopo anni e anni di lavoro specifico". "Sotto accusa" finisce il quadriennio 1994-1998 caratterizzato da straordinari successi della formazione bianconera: in quattro stagioni, la Juve vince tra l'altro tre scudetti, una Champions League e una Coppa Intercontinentale. Nel periodo preso in considerazione, secondo l'accusa la Juventus arriva ad avere nel proprio magazzino 281 tipi di specialità medicinali, una quantità incompatibile con una struttura non sanitaria. Piuttosto, dicono i periti, sembra la dotazione di un piccolo o medio ospedale. Secondo la difesa, per ogni prodotto utilizzato c'è una motivazione terapeutica.
La tesi della Procura è che ai calciatori siano stati somministrati farmaci senza giustificazione sanitaria, in modo pericoloso per la salute degli atleti, con l'obiettivo di migliorare le prestazioni agonistiche. Il professore Gian Martino Benzi, uno dei consulenti della pubblica accusa, afferma che la maggior parte dei farmaci rinvenuti nel magazzino della Juventus e reperiti con semplice ordinativo, richiede l'obbligo di ricetta ripetibile, non ripetibile o ospedaliera. Il 21 luglio 2003 cinque giocatori bianconeri, che da poco hanno conquistato il 27° scudetto, sono chiamati a testimoniare: si tratta di Alessandro Birindelli, Alessio Tacchinardi, Gianluca Pessotto, Alessandro Del Piero e Antonio Conte. Alcune risposte vaghe dei calciatori spingono il giudice Casalbore ad affermare: "Il problema è che bisogna dare delle risposte alle domande. Se venite tutti a dire e a non dire, è ancora più allarmante. Non penserete mica che se uno viene nello spogliatoio e dice 'non so cosa fanno gli altri', uno ci creda cosl ciecamente? Dopo 10 anni che state insieme...".
Il 9 settembre 2003 esce di scena il terzo imputato, Giovanni Rossano. Il farmacista fornitore della Juventus, accusato di falso e di somministrazione di farmaci in modo diverso da quello dichiarato, patteggia. Il 19 dicembre 2003, nell'aula 43 del tribunale di Torino testimoniano Roberto Baggio, Fabrizio Ravanelli, Nicola Amoruso, Attilio Lombardo, Angelo Peruzzi, Ciro Ferrara e Paolo Montero, che si lamenta per la presenza delle telecamere in aula. Nell'udienza del 28 giugno 2004 nel processo entra anche l'epo. Secondo l'ematologo Giuseppe D'Onofrio, esiste la possibilità che, in alcuni casi, ai giocatori sia stata somministrata eritropoietina. "Solo ipotesi", ribatte la difesa. Il 15 luglio viene modificato il capo d'imputazione. Giraudo e Agricola devono rispondere anche dell'uso sistematico di epo. Il periodo delle contestazioni si allunga di un mese e arriva fino all'ottobre del 1998. Tensione alle stelle nell'udienza del 7 ottobre: l'avvocato Chiappero, dopo l'ennesimo battibecco con il giudice, si toglie la toga e lascia l'aula. Il 25 ottobre l'accusa formula le richieste di condanna: tre anni e due mesi di carcere per il medico Riccardo Agricola, due anni e un mese per l'amministratore delegato Antonio Giraudo. "L'impiego sistematico di Epo sui calciatori bianconeri è un fatto di grande importanza nell'economia di questo processo perchè dimostra la differenza della società Juventus rispetto alle altre società", dice il pm Guariniello aprendo l'ultima fase della requisitoria.

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