Commovente la storia della giocatrice della nazionale albiceleste di pallamano, Joana Bolling, che ha donato l'organo al padre malato a costo di saltare i giochi
Per i propri sogni si è disposti a fare mille sacrifici, ma per la famiglia si può (e forse si deve) anche rinunciare al proprio obiettivo. Dall'Argentina arriva una notizia di quelle che non lascia indifferenti. Joana Bolling, componente della nazionale albiceleste di pallamano, ha deciso di accorrere in aiuto del padre, affetto da una grave insufficienza renale, e di donargli il suo organo per salvargli la vita. L' atto di coraggio e amore di Joana però la porterà a dover saltare le Olimpiadi di Rio. L'operazione infatti è stata eseguita con successo lo scorso 5 aprile e per la giocatrice è ora iniziato un periodo di convalescenza che la costringerà a vedere i Giochi da casa.
Il padre, ex cestista, era costretto a sottoporsi a dialisi tre volte a settimana per sopravvivere, il trapianto era necessario. La figlia non ha avuto alcuna esitazione e ha optato per la scelta che ha ritenuto più giusta, anche se avrebbe comportato il dover saltare la manifestazione sportiva più sentita per un atleta: "Senza dubbio questo è molto più importante della pallamano. Nella mia famiglia ci sono sempre stati i valori dell’impegno e del sacrificio che fanno parte dello sport, di farsi da parte e di rinunciare alle cose per raggiungere un obiettivo".
Molto bella e commovente anche la foto postata dalla ragazza su instagram, dove commenta citando il film della Disney "Lilo & Stitch": "Ohana significa famiglia e famiglia vuol dire che nessuno viene abbandonato o dimenticato".
La famiglia Bolling tiferà Argentina da lontano quest'estate, ma il tempo è tutto per la giovane Joana (22 anni) e tra quattro anni la speranza è che padre e figlia potranno festeggiare una medaglia olimpica assieme.