Secondo la procura di Torino due dirigenti bianconeri avrebbero preso accordi con un esponente della 'ndrangheta: biglietti da destinare al bagarinaggio in cambio della "tranquillità" del settore occupato dagi ultrà
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Biglietti da destinare al bagarinaggio in cambio della "tranquillità" della Curva: sarebbe un patto stretto tra alcuni dirigenti della Juventus e un esponente della 'ndrangheta. E' quanto emerge da un'inchiesta della procura di Torino in seguito alla quale non ci sono indagati tra il personale del club bianconero. Non sono emersi estremi di reato ma potrebbero sussitere illeciti di carattere sportivo.
Il primo punto da chiarire è che nessun dirigente della Juventus risulta indagato in quanto non sono emersi estremi di reato. Ma le carte dell'inchiesta della procura di Torino sono state trasmesse alla procura federale come atto dovuto. L'inchiesta in questione riguarda un patto stretto tra alcuni dirigenti bianconeri e un esponente che apparterrebbe alla 'ndrangheta in base al quale sarebbe stata garantita la "tranquillità" della Curva in cambio di biglietti da destinare al bagarinaggio. Il trasferimento delle carte è dovuto all'ipotesi che esista un illecito di carattere sportivo.
I pm del capoluogo piemontese si sono occupati di questo presunto patto nell'ambito dell'inchiesta "Alto Piemonte" e conclusa da pochi giorni. In particolare i riflettori sono stati puntati su un esponente della famiglia Dominello, il quale sarebbe riuscito a mettersi in contatto con due dirigenti della Juve tramite un ex capo ultrà (ora indagato per concorso in associazione mafiosa). Questo componente della 'ndrina Pesce Bellocco avrebbe fatto da tramite presso alcuni gruppi della Curva bianconera garantendo e mantenendo un clima di pace in cambio di biglietti da ridistribuire o tenere per sé e destinare al bagarinaggio. I dirigenti in questione sono stati interrogati e, a quanto hanno detto, non erano al corrente di chi fosse Dominello e dei suoi legami con la malavita né tantomeno erano al corrente dei rapporti che volesse creare con gli ultrà. Uno di questi due dirigenti non appartiene più all'organico dirigenziale del club campione d'Italia. Alcuni esponenti della tifoseria organizzata, invece, erano a conoscenza dell'esatta entità della situazione: almeno questo è quanto emerso da un'intercettazione telefonica.