Dalla rinascita con Conte, alla serenit� che ha accompagnato la cavalcata di Allegri: bianconeri indiscussi padroni del campionato
Il primo scudetto � stato quello della rinascita e dell'imbattibilit�; il secondo � stato quello della conferma e della perfetta organizzazione tattica; il terzo � stato quello della superiorit� e del record storico di punti; il quarto � quello dell'abitudine e dei fuoriclasse. La Juve festeggia il poker tricolore (impresa che mancava dal lontano 1934) e, guardandosi allo specchio, rivede la Vecchia Signora, per la quale ?vincere? non � ?importante? e nemmeno ?l'unica cosa che conta?, bens� una piacevole "abitudine".
Questa volta non sono servite prodezze particolari per mettere in fila la concorrenza: sbriciolate le certezze di Garcia e della Roma in autunno, i campioni d'Italia hanno inserito il pilota automatico, magari perdendo parte del furore agonistico e degli automatismi che avevano caratterizzato il Triplete di Conte, ma aggiungendoci quel pizzico di auto-controllo (tipico dei forti) che appartiene all'Allegri-pensiero.
Massimiliano Allegri, dunque. Ha eredito una squadra fortissima, con un grande margine sulle altre squadre del campionato italiano, e l'ha saputo sfruttare benissimo. E' partito con il 3-5-2, ma quando era evidente come fosse cambiata l'interpretazione dei ruoli - soprattutto degli esterni e delle mezze ali - ha prontamente cambiato sistema di gioco: difesa a quattro, ?rombo?, e spazio a tecnica e palleggio in mezzo al campo. Almeno fino a quando il largo vantaggio accumulato in classifica non ha consentito (talvolta) di tornare alla difesa a tre, diventato quasi automatico anche grazie al rientro di Barzagli.
Il quarto scudetto consecutivo, per�, sar� metaforicamente cucito sulle maglie bianconere dall'eccezionale apporto di due fuoriclasse autentici: Carlos Tevez e Paul Pogba. Le giocate dei campioni ad impreziosire una solidit� di squadra a tratti inscalfibile. L'argentino, attuale capocannoniere con 20 gol a quattro giornate dal termine, � risultato decisivo in 12 occasioni, mentre il francese, professione tuttocampista, in 6 partite ha definito i contorni della vittoria. Nessuno, in Italia, ha due calciatori cos�, e la differenza tra la Juve e il resto del gruppo si � vista tutta.
Ora, testa alla Champions: dopo i quarti di finale del 2013, la semifinale di quest'anno. Sono passati 20 anni esatti da quel lontano 1995, anno in cui la Juve centr� la finale di Coppa Uefa, poi seguita da tre finali consecutive di Champions League e dalla sfortuna semifinale del 1999 con il Manchester United. Una striscia record che per quasi un quinquiennio consegn� la Juventus all'imbattibilit� nelle sfide europee con andata e ritorno. Bisogna ritrovare l'abitudine. "Quella" abitudine.