Il pilota della Marussia era rimasto vittima di un incidente durante il Gran Premio di Suzuka il 5 ottobre 2014, quando si era schiantato contro una gru che stava recuperando la Sauber di Sutil
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Jules Bianchi, pilota della Marussia in coma dopo un incidente durante il Gran Premio di F1 del Giappone del 5 ottobre 2014, è morto sabato mattina al Centre Hospitalier Universitaire di Nizza, dove era stato trasferito dopo lo schianto. L'annuncio è stato dato dalla famiglia, che in un comunicato ha fatto sapere come "Jules ha combattuto fino alla fine, come ha sempre fatto, ma ha perso la battaglia".
Bianchi si era schiantato contro una gru che stava recuperando la Sauber di Adrian Sutil sul circuito di Suzuka: secondo il gruppo investigativo della FIA, che ha analizzato l'incidente, il pilota della Marussa è uscito di strada poiché "ha accelerato e frenato nello stesso tempo, usando entrambi i piedi" sui pedali, e nonostante le bandiere gialle esposte dai commissari "non ha rallentato a sufficienza per evitare di perdere il controllo".
Jules Bianchi, che nella sua breve carriera aveva partecipato a 34 GP durante le stagioni 2013 e 2014, è il primo pilota di Formula 1 a morire per le ferite riportate in un incidente da quando, nel 1994, il tre volte campione del mondo Ayrton Senna perse la vita durante il Gran Premio di San Marino. E per la famiglia è il secondo lutto causato dalla passione per i motori: nel 1969 il prozio di Jules, Lucien Bianchi, vincitore della 24 Ore di Le Mans del 1968 morì in un incidente sul circuito di Le Mans mentre stava provando una Alfa Romeo T33: l'auto uscì di strada e colpì un palo del telegrafo.