Brasile-Cile 4-3 ai rigori: Julio Cesar è l'eroe
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Partita di straordinarie emozioni: 1-1 dopo 120', Pinilla-traversa al 120'. Poi i rigori: Julio ne para due
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Brasile-Cile 4-3, dopo 120' di grandi emozioni e tensioni chiusi sull'1-1 e sentenza ai calci di rigore. Julio Cesar è l'eroe: due penalty parati e un palo. Il Brasile va ai quarti dopo una gara ricchissima: gol di David Luiz al 18', pareggio di Sanchez al 32', occasioni per i verdeoro e per lo splendido Cile. I supplementari che si chiudono con una traversa di Pinilla al 120'. Ai rigori, poi: l'ultimo tiro vincente è di Neymar, il palo di Jara è l'atto finale.
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LA PARTITA
Partita ricca, piena di tutto. Anche di bel calcio. L'1-1 del primo tempo non certifica il predominio del campo, molto brasiliano, e le occasioni avute. Almeno cinque per Neymar e compagni, oltre alla prodezza dell'1-0 siglata dalla coppia di difensori centrali (forse) più forte del Mondo, Thiago Silva-David Luiz al 18', su calcio d'angolo. E' che ai talenti di cui il Cile dispone, non si possono concedere distrazioni, nemmeno di centimetri. E Sanchez è una folgore su quel pallone, al 32', che Marcelo e Hulk smarriscono su una banale rimessa laterale accanto alla loro area di rigore.
Scolari ridisegna il Brasile dalla metà campo in su: Hulk a sinistra, Neymar molto centrale, Oscar largo a destra col supporto di Fernandinho. Neymar è ispirato e, a tratti, assatanato. Fred, riferimento offensivo, è il lato meno nobile della compagnia: gioca al servizio del gruppo, ma sbaglia un po'. Troppo. Il gol di David Luiz, potrebbe avere il conforto del raddoppio al 25', con Neymar che vola sulla difesa cilena, mancando però il guizzo finale. E fatale.
I cileni si riparano con qualche affanno, la difesa a cinque regge e, sovente, ricorre a qualche colpo ai limiti del proibito: Webb controlla e censura, due ammonizioni (ai cileni) bastano nel primo tempo. Ma Sanchez e Vidal non sono soli. Aranguiz e Diaz, a centrocampo, sanno come e dove ripartire. Tant'è che Julio Cesar non sta, come si dice, con le mani in mano, e dalle parti di Dani Alves e Marcelo, non impeccabili nel progetto di difesa, qualche rumore si avverte.
Il gol del pareggio è una distrazione inconcepibile di Marcelo-Hulk, ma anche un colpo di genio di Sanchez: diagonale che incenerisce sul tempo Thiago Silva e Julio Cesar insieme. Poi è un semiassedio brasiliano, con un quasi-gol di Neymar, due paratone di Bravo (non a caso) e all'ultimo sospiro un dai e vai Sanchez-Vargas e qualche capello bianco in più per i brasiliani tutti.
La ripresa consegna un'altra idea della sfida. Il Brasile entra in riserva di energie, smarrisce quella prepotenza esibita prima, e consumata senza il conforto del vantaggio. E tocca ai cileni prendersi il centrocampo e costringere Neymar e compagni a fiammate di calcio, non più di calcio totale. Un cambio cileno (Gutierrez per Vargas, ovvero uomo aggiunto a centrocampo per dare più spazio a Vidal) è la mossa cui replica Scolari con Jo in movimento offensivo al posto del quasi emarginato Fred.
Hulk al 54' è in visibilio personale, e con lui tutti i brasiliani, per un gol che segna con tocco morbido. Ma a Webb non sfugge un braccio d'aiuto che Hulk adopera: prodezza annullata e pure cartellino giallo. Succede. Poco più oltre, al 64' è invece il Cile a farsi scorrere il brivido dell'impresa: il tiro a volo di Isla, dentro l'area, trova le braccia protese di Julio Cesar, pronto a salvare.
Meno Brasile, più Cile. Poi anche Sanchez e compagni mostrano i limiti di riserva delle energie, fermo restando l'equilibrio dell'1-1 che si può spezzare per una giocata, improvvisa. Un episodio. Neymar all'80' ha sulla testa il pallone del sogno, ma l'impatto mira diritto alle braccia di Bravo. Hulk all'83' cerca e trova la forza nel tiro a volo, ma Bravo conferma doti e cognome. Il primo ottavo del Mondiale disegna l'allungo supplementare. Arrivando al finale (fuori Vidal, stremato) con momenti di panico nell'area del Brasile e i cileni lì attorno. Pronti a colpire.
Il primo round supplementare è una macchia di Brasile e due occasioni, Oscar e Hulk. Ma Bravo è insuperabile. Il secondo è ancora un assolo brasiliano, ma al 120' la traversa cancella un autentico dramma nazionale, respingendo un gran tiro di Pinilla, dai sedici metri, con Julio Cesar strabattuto. Avanti coi calci di rigore. Nei quali Julio Cesar, due parate e un palo stregato, veste i panni del supereroe.