Germania, per la semifinale basta il gol di Hummels: 1-0, Francia eliminata
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Il derby europeo ai tedeschi: inutili gli attacchi dei Bleus nella ripresa, Neuer dice no a Benzema al 94'
E' la Germania la prima Nazionale a staccare il biglietto per le semifinali del Mondiale 2014. I tedeschi hanno battuto per 1-0 la Francia al Maracanà di Rio de Janeiro dopo una gara equilibrata, non certo priva di emozioni o fasi di gioco di alta qualità. La "Mannschaft" ha capitalizzato al massimo il gol segnato dal difensore centrale Hummels, su azione da palla inattiva, dopo soli 13 minuti: nel primo tempo, la Germania, pur soffrendo il tentativo di reazione dei francesi, non ha rinunciato a portarsi in avanti e cercare la manovra. Nella ripresa, invece, Loew ha optato per una tattica di conservazione del risultato e, pur patendo nel finale il forcing dei francesi, ha avuto ragione.
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E' stata una di quelle gare che, ricordandola, si potranno sintetizzare in un "hanno vinto e non hanno rubato nulla", una frase che si usa quando c'è stato equilibrio, quando la differenza è stata scavata da episodi o da piccoli grandi particolari, quelli che - in questo caso - hanno deciso l'esito di uno dei più classici derby europei. Tra Germania e Francia il fossato si è creato soprattutto dal punto di vista della forza nervosa, della capacità di mixare intelligentemente energie in calo e sangue al cervello per fare la cosa giusta al momento giusto. I tedeschi sono giunti all'apice del cammino di rinnovamento iniziato ormai 10 anni fa, la generazione degli Ozil, dei Mueller, dei Khedira, dei Schweinsteiger abbina un'età ancora di tonalità verde all'esperienza che nasce anche dalla grande continuità dei loro successi, anche a livello dei club. La Francia piega la testa, maledice l'incapacità di fare male anche a squadre più strutturate di Svizzera o Honduras: ma è indubitabile che a cominciare dalla pietra portante Paul Pogba, possono costruire un' "altra Germania", ina squadra forte che alla gioventù abbinerà le idee, le capacità e il pelo sullo stomaco necessario quando il gioco si fa duro.
LA PARTITA
Fa strano vedere Francia e Germania giocarsi la semifinale e una teorica leadership europea a parti invertite riferendosi alla tradizione, a ciò che vorrebbero le rispettive scuole calcistiche. La squadra più tecnica, che imposta tutto sulla gestione del pallone e la qualità - abbinata all'equilibrio tra i reparti - è quella di Loew, che per il big-match rispolvera Klose, a cui affida il vertice di un pacchetto formato da Thomas Mueller, Oezil e Kroos alle sue spalle e Schweinsteiger e Khedira in mediana. A Kroos tocca il compito improbo di fare da elastico e rientrare velocemente a dare una mano ai colleghi una volta che la palla capita nei piedi dei francesi, che in mezzo hanno tre uomini: uno solo dei quali, ed è inutile dire che si parla di Paul Pogba, in grado di produrre cose all'altezza (o anche superiori) ai suoi opponenti. Eppure è la Francia che sembra cominciare meglio, a prendere dai lati - specie quello presidiato da Lahm - la linea dei quattro difensori tedeschi, un filo troppo statica. Eppure è proprio uno dei pretoriani teutonici, già al 12', a cambiare logiche e inerzia della gara: su una punizione laterale, Hummels stravince il derby della palla alta con l'ancora tenerello Varane e inzucca alle spalle di Lloris. E' una botta nei denti francesi, davanti c'è tanto tempo, ma si sa come andare sotto in partite come queste significhi un handicap vero, pesante. Pogba organizza la risalita, interdice, cuce, ispira, chiede aiuto ai piedi frizzanti di Valbuena e Griezmann. Qualche buona palla arriva sui piedi di Benzema, ma la paratona della casa Neuer la deve sfoderare su Valbuena, che buca i tedeschi con una regolarità degna di loro. Ma anche i deutschen, da parte loro, non pensano solo ad assorbire i tentativi francesi: la manovra si inceppa negli ultimi 15 metri, curioso visto la presenza dell'unico vero attaccante di ruolo in forza a Loew. Sta a vedere che, preda ormai del "guardiolismo", la Mannschaft preferisce giocare col "falso nueve" Thomas Mueller.
Deschamps ha preso buona nota delle cose comunque positive intraviste nel primo tempo: ed evidentemente chiede i suoi di continuare a lavorare ai fianchi della Germania, contemporaneamente alzando i ritmi. E nella ripresa, la Germania - che si trova agli oltre 30° di Rio dopo avere giocato poche sere fa ai 15° di Porto Alegre - comincia a gettarsi verso le corde del ring, spintaci dagli sprint dei francesi. Anche Griezmann, oltre a Valbuena, comincia a diventare un problema con la p maiuscola, Lahm ha bisogno i rinforzi, che quasi sempre arrivano da Schweinsteiger. Tra i francesi e il pareggio, oltre che gli avversari, c'è anche la latitanza di Benzema, mai al posto giusto nel momento in cui i suoi sodali possono giocare palla verso l'area. Anche Loew sente la mancanza di un centravanti e quindi... toglie l'unico che ha: dentro Schuerrle, per Klose. Il tecnico tedesco torna sui suoi passi e rimette Mueller al posto dove finora ha causato autentici danni (agli altri) in questo Mondiale: e guarda caso, anche Lloris comincia a comparire in qualche inquadratura. Il finale, tra francesi e tedeschi, è persino molto italiano: nel senso della difesa strenua e dei contropiede che la Germania fa partire con continuità, ma senza il cinismo buono per matare definitivamente i rivali. E' Schuerrle il "troppo buono" della situazione, ma poco importa a Loew, perché Hummels e Neuer sono il nuovo muro tedesco, assai più piacevole e da ammirare rispetto a quello precedente. Al 94', negli ultimissimi giri della lancetta, Benzema incrocia il sinistro della disperazione: e proprio il portierone, alzando di istinto il braccio, tira via il pallone da sotto la traversa con un gesto simile in tutto e per tutto al ciclista che taglia vincente il traguardo. Nelle top four, ancora una volta, ci vanno loro, Deutschland uber alles con un mix di applicazione indigena, tiki-taka alla spagnola e gestione all'italiana dei bei tempi. Quando si dice che sono loro i maestri dell'integrazione anche nel calcio, non lo si dice a caso.
IL TABELLINO E LA CRONACA MINUTO PER MINUTO DI FRANCIA-GERMANIA 0-1