Il difensore del Toro grande protagonista del match contro l'Inghilterra. Un debutto che conferma quanto di buono fatto in campionato con i granata
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Alla fine, è il caso di dirlo, tra i due "litiganti" per un posto in prima squadra, il terzo ha goduto. Nello speciale derby tra i tre giocatori del Toro in nazionale, infatti, sulla carta una maglia tra gli undici titolari se lo sarebbero dovuta giocare Cerci e Immobile. E invece l'ha spuntata Matteo Darmian, fino a poche settimane fa neanche sicuro di un posto tra i 23 e ora considerato uno dei pilastri dell'Italia di Prandelli.
La storia di Darmian la conoscono bene i tifosi del Toro. Arrivato in granata in serie B tre anni fa dal Palermo dopo essere praticamente stato scartato dal Milan dove aveva militato nelle giovanili, il difensore è stato uno dei protagonisti della meravigliosa annata della squadra di Ventura. Un protagonista in crescendo. Bravo a difendere ma altrettanto bravo a proporsi sulla fascia, dalle sue discese e dai suoi cross sono nati parecchi gol del Toro. Predilige giocare a destra, ma anche a sinistra sa farsi valere.
Oscurato dalle prodezze di Cerci e Immobile, il suo nome raramente ha guadagnato i titoli dei giornali in questo campionato. Ma basta vedere le sue pagelle per capire che ha giocato una stagione ad altissimi livelli. La grande prova con l'Inghilterra l'ha catapultato alla ribalta internazionale. Le statistiche parlano chiaro: durante il match con i bianchi ha macinato quasi 10 chilometri effettuando 37 passaggi sbagliandone solo cinque. Anche Mourinho gli ha fatto i complimenti, c'è chi ha tirato fuori paragoni con il Cabrini del 1978. La stoffa c'è tutta, a 24 anni ha ancora ampi margini di miglioramento. E in un calcio fatto di creste e tatuaggi, lui sembra il ritratto della semplicità. E semplici, ma non scontate, le sue parole a fine gara: "Ringrazio il Toro e Ventura se sono qui al Mondiale".