Il britannico Ashley McKenzie è stato ritratto a fine gara in lacrime e con la faccia a terra: posta la foto sul suo profilo Instagram e racconta in quello scatto la disperazione di un atleta
Un sogno inseguito fin da bambino che si può ripetere ogni 4 anni e, quando è lì lì per realizzarsi, si infrange in una sconfitta che brucia. E' amara la vita di un atleta olimpico e ne ha dato dimostrazione il judoka britannico Ahsley McKenzie, ritratto mentre piange, vicino ai bidoni della spazzatura, faccia a terra, giù dal tatami e lontano dai riflettori accesi in quell'istante sul vincitore. Quell'immagine viene da lui stesso ripostata sul suo profilo Instagram con la didascalia: "Questa foto spiega molte cose. Non credo sia necessario dire come mi sento, grazie a tutti per il sostegno".
E' uno scatto rubato ad aprire uno squarcio sul dietro le quinte di Rio 2016. Davanti le medaglie che brillano e abbagliano, mentre nascoste negli angoli più remote delle strutture olimpiche, esplodono la delusione, le lacrime e lo sconforto di chi non sale sul podio, nonostante anni di sacrifici e impegni per arrivare fino alla meta.
A rendere pubblico lo stato d'animo dello sconfitto, il 27enne Ashley McKenzie, che dopo essere stato eliminato dal torneo di judo (60kg) e con quattro anni di preparazione gettati alle ortiche, ha dato sfogo alle sue emozioni anche sui propri profili social. A consolarlo decine di messaggi dalla Rete: "Sei sempre un campione, uno dei migliori al mondo", "Alzati in piedi, sei grande!".