"Le mani dentro la città" tra 'Ndrangheta e legalità a Milano
© Italy Photo Press
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Da venerdì su Canale 5 la serie tv con Simona Cavallari e Giuseppe Zeno
Arriva su Canale 5 il 14 marzo e in prima serata per sei puntate "Le mani dentro la città" diretto da Alessandro Angelini, produzione TaoDue e Mediaset, con Simona Cavallari, Giuseppe Zeno, Giulio Beranek e Marco Rossetti. La storia, scritta tra gli altri da Claudio Fava figlio del giornalista Giuseppe ucciso dalla mafia nel 1984, racconta la 'Ndrangheta nella Lombardia di oggi.
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"Le mani dentro la città" narra come la 'Ndrangheta prosperi a Trebbiate, una cittadina dell'hinterland milanese dal nome di fantasia ma purtroppo simile a molti comuni lombardi. Un comune dalle radici industriali antiche che si trova oggi in piena crisi economica, sull'orlo di una definitiva deindustrializzazione. Il produttore Pietro Valsecchi, in una conferenza stampa organizzata al nuovo Palazzo Della Regione di Milano, ha spiegato che il progetto della serie sia partito tre anni fa attraverso l'analisi di documenti che parlavano nello specifico di questo tema. "Il nostro obbiettivo è quello di proporre un romanzo con delle verità sul territorio lombardo - ha detto Valsecchi -, ma al tempo stesso volevamo emozionare e far sì che lo spettatore potesse farsi delle domandi importanti tratte non da una storia vera ma dalle verità - documentate - che emergono durante la fiction".
Il co-sceneggiatore Claudio Fava, deputato di Sel, ha detto che nella serie tv "i mafiosi parlano il dialetto brianzolo, perché è la realtà, sono ormai alla seconda-terza generazione. Un'organizzazione criminale come la 'ndrangheta non si pone problemi territoriali, investe dove c'è ricchezza da costruire e impunità da garantire".
Vecchia conoscenza del pubblico di Canale 5, Simona Cavallari dopo aver interpretato Claudia Mares in "Squadra Antimafia" si cimenta con un altro ruolo positivo: "So che i ragazzi ormai mi hanno preso come simbolo di legalità e ne sono molto felice. Sono stimoli importanti per un'attrice. Non nascondo che mi piacerebbe anche fare altro ma il successo e il la passione che ci metto in questi personaggi mi ripagano sempre".
Ad affiancare Simona c'è Giuseppe Zeno: "C'era una grande sensazione sul set, ossia la consapevolezza che stavamo facendo qualcosa che vale. Il lavoro di documentazione è stato notevole e ho cercato tramite il mio percorso professionale di studiare a attingere il più possibile dalla sceneggiatura. Sono un napoletano trapiantato in Calabria, mio padre si era spostato per lavoro. So bene di cosa parliamo e quando ero piccolo era inevitabile che mi chiedessi perché nessuno denunciava o si ribellava ai soprusi. Insomma per me c'è una responsabilità doppia con questa serie tv".